Dopo l’uscita di Minecraft numerosi furono gli sviluppatori che cercarono di imitare la formula perfetta creata dai talentuosi ragazzi di Mojhang. Ma nessuno riuscì nell’impresa. Ad un tratto ecco arrivare Terraria, sviluppato da 505 Games e rilasciato da Re-Logic, cerca di prendere come esempio i buoni propositi del suo fratello maggiore, ma rendendosi a suo modo unico e in alcuni risultando anche migliore. Scopriamo insieme come.
Uscito inizialmente per PC nell’ormai lontano 2011, Terraria vide la luce su praticamente ogni piattaforma, fatta eccezione per le console Nintendo. Tre anni dopo è arrivato il momento per Terraria di sbarcare su console next-gen.
Innanzitutto Terraria si presta come il più classico action platform 2D, ma la sua originalità risiede nell’unire meccaniche da crafting game ad alcuni interessanti elementi ruolistici.
Non essendo in prima persona, il sistema di controllo nella sua trasposizione da PC ne risente sicuramente. 505 Games ha deciso di implementare una sorta di cursore, simile a quello della versione per computer, ma con la possibilità di scegliere tra due sistemi di controllo leggermente diversi. Uno di questi, utile soprattutto nei combattimenti, nell’esplorazione o mentre scaverete, sarà automatico e indirizzerà il vostro alter ego nella direzione scelta tramite la levetta analogica del vostro controller. Il secondo invece sarà completamente manuale e permetterà di muovere il cursore intorno al personaggio consentendo principalmente la possibilità di costruire con precisione e meticolosità.
Sarete gettati nel mondo di gioco dopo un inadatto tutorial, veramente poco utile nello spiegarvi realmente tutte le congetture che di lì a poco sarete costretti ad affrontare, forzandovi dunque nell’utilizzo di una guida online per compiere i primi passi, ma anche gli ultimi, in Terraria. Proprio come avviene in Minecraft, sarete costretti a crearvi un riparo per la notte. Il buio accompagnerà infatti l’arrivo di spaventose creature pronte ad attaccarvi. E per far questo dovrete usufruire delle vostre doti da minatore e costruttore: Le meccaniche di crafting sono molto simili a quelle del fratellone. Innanzitutto sarà indispensabile ottenere alcune materie prime come il legno, la pietra o alcune inedite rilasciate dai nemici per poter costruire tutto ciò di cui avrete bisogno.
Lentamente, molto lentamente e con tanta pazienza avrete la possibilità di migliorarvi, perfezionare il vostro equipaggiamento, allargare la vostra dimora fino a farla diventare degna di un re (con tanto di trono e corona craftabili). Se il vostro rifugio risulterà sufficientemente grande potrete accogliere al suo interno dei personaggi comandati dal computer in grado di negoziare con voi e offrirvi i loro servigi, in cambio di monete e un comodo alloggio dove ripararsi.
Terraria offre infinite possibilità al giocatore, rendendolo un titolo capace di regalare novità e stupore anche dopo 30 o 40 ore di gioco. Questo grazie alla varietà del suo mondo. A differenza di Minecraft dove non avrete molto da fare passati gli entusiasmi iniziali, Terraria ha un mondo stracolmo di nemici diversi tra loro. Facciamo qualche esempio: i classici zombie, vestiti nei modi più disparati, gli Slime, la creatura più comune: una sorta di palla melmosa, lupi mannari, fantasmi, ragni, avvoltoi, scheletri… credo che nemmeno gli sviluppatori stessi potrebbero elencarli tutti a memoria. A questo aggiungiamo un mondo vario e gigantesco, esplorabile in tutta la sua bidimensionalità, che vi porterà ad isole fluttuanti, biomi fungosi, insidiosi templi rettiliani e addirittura nelle profondità dell’inferno. E proprio per la loro diversità, ogni bioma offrirà al giocatore la sua tipologia di nemici e ricompense. Inoltre esplorando potrete imbattervi davvero in moltissime situazioni, troverete scrigni e porte segrete che conducono a misteriosi dungeon. Non finisce qui. A volte, in modo assolutamente casuale, potreste essere attaccati da orde di conquistatori goblin o sulle coste del vostro mondo potrebbero sbarcare dei temerari pirati. Nel corso del gioco potrete migliorare sempre di più il vostro equipaggiamento, scavando nei meandri di Terraria oppure sconfiggendo spietati boss, incappando così in metalli sempre più rari e preziosi con cui fabbricare armature e armi. Non crediate che questo significhi vittoria facile, mentre proseguirete la vostra avventura le prove da superare si faranno sempre più insidiose, mantenendo il livello di sfida sempre costante.
All’interno di Terraria il mondo sembra essere dominato da due enti: La Corruzione e la Consacrazione, in eterna lotta fra loro e pronti a consumare il vostro mondo. Ostacolarli sembra essere però l’unico movente delle vostre azioni. Terraria, proprio come Minecraft, non ha un vero scopo o un obiettivo contro cui indirizzare le gesta del giocatore. Nonostante questo il titolo di 505 Games permetterà di crearvi la vostra personalissima avventura e plasmare il vostro eroe fino a farlo sopravvalere su qualsiasi forza della natura.
Inoltre potrete godere di tutto questo in compagnia dei vostri amici, sia online che offline. Fino a quattro giocatori nella modalità split screen e addirittura fino a otto in rete. La modalità multigiocatore offline presenta a mio parere un difetto connaturato alla formula del gioco stesso, a meno che non disponiate di schermi abnormi, servirà quasi una lente d’ingradimento per distinguere i dettagli più minuti.
Passando al lato tecnico: Terraria di certo non è il manifesto con cui ostentare la grafica di un videogioco next-gen. Si avvale dello stile bittoso che contraddistingue anche Minecraft, così come la colonna sonora. Ma se escluderete la creatura di 505 Games solo per questo, allora vi perderete quella che secondo me è una vera e propria perla dell’indie.
Precisiamo inoltre che le versioni PS4 e Xbox One non portano novità al titolo e rispetto la versione PC risultano addirittura minimizzate dei contenuti e mi sento quindi di non consigliarlo a chi ha già spolpato Terraria in tutte le sue fattezze su un’altra piattaforma. Per chi invece non ne ha mai avuto l’occasione, beh… credo sia arrivato il tempo di recuperare.