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Videogiochi violenti, finalmente una campagna sensata

L’onorevole Flavia Piccoli invoca un’azione di Renzi per il tema videogiochi violenti. Ma stavolta in modo ragionevole, e a nostro parere, giusto.

GTA V ultimamente sta facendo parlare molto di sé (è anche assurdo visto che il gioco è in giro da un bel po’), e adesso arriva anche nel mondo politico italiano, attraverso una lettera dall’Onorevole Flavia Piccoli indirizzata al presidente dei consiglio dei ministri Matteo Renzi.

Videogiochi Violenti

Tutto era partito dall’intervento della dott. Sabrina Salvadori sul sito del Corriere della Sera, che si era scagliata in modo “violento” contro GTA V, definendolo “arma letale che allena alla violenza”.

A partire da lì è stato un susseguirsi di interventi più o meno autorevoli, qualche invocazione della censura e qualche servizio senza capo né coda (vedi Striscia la notizia).

Videogiochi

Nell’intervento della Salvadori si chiedeva l’intervento dell’Onorevole Piccoli Nardelli, che ha deciso di raccogliere l’invito, scomodando persino Renzi in merito al tema delicato dell’utilizzo dei videogiochi con bollino rosso da parte dei minori, vale a dire quei minori che giocano giochi consigliati ad un pubblico di soli maggiorenni.

Il rischio descritto dall’Onorevole è che i ragazzi possano venire a contatto con certi giochi senza il consenso (o la conoscenza) dei genitori grazie ai venditori compiacenti che non controllano l’età. L’Onorevole ritiene questi giochi “inadatti all’età adolescenziale o pre-adolescenziale” e teme “effetti negativi sullo sviluppo psicologico del minore”.

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L’intento della lettera è far si che il governo avvii una campagna di sensibilizzazione sul tema rivolgendosi ai genitori in modo che siano maggiormente informati su i giochi dei propri figli.

I toni della lettera sono molto ragionevoli, a differenza dell’intervento scarica barile della pediatra Sabrina Salvadori, e anche a nostro parere è giusto che un genitore sia informato al massimo sulle abitudini videoludiche dei propri figli. Così, senza il bisogno di vietare o limitare, semplicemente dando ai genitori tutte le informazioni necessarie a capire che cosa sta giocando il proprio figlio.

Noi ci congratuliamo per l’approccio di Flavia Piccoli, con la speranza che quello che può diventare una bellissima e utile iniziativa non diventi una caccia alle streghe che si trasformi in una campagna di censura contro i videogiochi.

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