Alcuni dei giochi che ci hanno appassionato al momento.
3 febbraio 2023
Ciao! Bentornati alla nostra consueta rubrica in cui scriviamo un po’ di cose su alcuni dei giochi che ci siamo trovati a giocare negli ultimi giorni. Questa volta: Hockey, Paese delle Meraviglie e libri da colorare.
Se avete voglia di recuperare alcune delle vecchie edizioni di What We’ve Been Playing, , ecco il nostro archivio.
Da nastro a nastro, PC
Non mi aspettavo un reale gioco di hockey! Cioè, uno che si può giocare in tempo reale. Non ne gioco uno dagli anni ’90, quando mi sembrava di scivolare sulla Marmite, come nei primi giochi FIFA.
Non me l’aspettavo, perché Tape to Tape è un Rogue-lite e, per molti versi, è esattamente il genere di cose che abbiamo visto copiate molte volte da Slay the Spire. Si sceglie un personaggio e lo si potenzia effettuando una serie di soste su una mappa, affrontando incontri normali, incontri d’élite e una serie di eventi. Si possono anche raccogliere reliquie per modificare la propria “costruzione”. E si ha a disposizione una sola vita, per così dire, per vedere fino a che punto si arriva.
La differenza, però, è che gli incontri sono di hockey, cioè di hockey giocato. Si pattina sul ghiaccio, si passa, si spara e si spinge la gente contro le barriere, e si controlla una squadra piuttosto che un solo personaggio, anche se si hanno delle chiare stelle attorno alle quali ruota la squadra. E poi li si potenzia con nuove abilità man mano che si procede.
Ed è divertente! Il tono e l’aspetto sono piuttosto cartooneschi, un po’ come Mario Strikers per quanto riguarda la possibilità di sbloccare mosse speciali che mettono ko i giocatori avversari e così via. Non è il gioco di hockey più dettagliato, quindi non aspettatevi questo, ma come modo per variare una formula familiare come questa, funziona davvero.
È possibile consultare una demo di Tape to Tape nell’evento Steam Next Fest proprio ora, di nascosto.
-Bertie
Le notti del paese delle meraviglie: Il diario del coniglio bianco, Switch
C’è un libro che ha avuto un impatto maggiore sui videogiochi di Alice nel Paese delle Meraviglie? A parte i richiami specifici a giochi come Mario e Alice, c’è solo l’anti-logica del Paese delle Meraviglie, i suoi paesaggi colorati e la sua terrificante infantilità.
Tutto questo si ritrova in White Rabbit’s Diary, un gioco che è chiaramente un lavoro di passione. Ed è anche un’opera gloriosamente strana. L’utente impersona l’affannato Coniglio Bianco e deve organizzare il programma di un vertice annuale del Paese delle Meraviglie, pianificando i diari dei vari partecipanti e, così facendo, creando alleanze e forse cambiando la politica.
Sembra strano, ed è strano, ma mi piace per la sua stranezza. Il punto, credo, è che si rigioca il gioco ancora e ancora alla ricerca di nuove sinergie e, forse, di nuovi disastri. È bello vedere un materiale di partenza così brillante che continua ad alimentare i giochi e a renderli strani, personali, spaventosi e vividi.
Christian Donlan
Cicoria, PC
Le riflessioni di Bertie su Halftone di questa settimana mi hanno riportato a Chicory, dove la carta è tutto e i mondi che si attraversano non sono altro che linee, stampate sopra con una robustezza e una diffusione da mimeo-ink.
È un gioco meraviglioso, pieno di sorprese, segreti e ingegnosità, e costruito attorno a un’adeguata componente emotiva. Tutto fantastico. Ma ciò che amo più di ogni altra cosa è il suo impegno nei confronti della carta, della piattezza e del bianco e del modo in cui il colore – qualsiasi colore – trasforma tutto.
Quindi è bello tornare e ricordarsi di un puzzle o di un altro, di questa o quella rivelazione. In realtà, però, sono solo entusiasta di vedere ogni nuova pagina del libro da colorare stesa davanti a me, mentre aspetto, per qualche secondo, prima di alzare il pennello.
Chris Donlan