Milestone tenta con Gravel di regalare un “nuovo” concetto di guida retrò, portando nel futuro, quelle che erano le esperienze di guida virtuale dei primi videogiochi anni 90.
Velocità e fango dovrebbero essere le parole principali, o meglio le condizioni che ogni giocatore si aspetterebbe di trovare in un gioco del genere, ma forse qui Milestone ha dimenticato, a tratti, alcuni particolari fondamentali.
Gravel Recensione
E’ da tempo che seguiamo lo sviluppo di questo gioco che utilizza elementi che possono sembrare un po’ strani per i più giovani, infatti Gravel è un “arcade” vecchio stampo per quanto riguarda l’impatto grafico e per come si sviluppa la gara, anche se manca il fattore tempo e i check point, che regala ai più “anziani videogiocatori” ricordi quasi malinconici che erano presenti in giochi da bar o nelle prime console. Da un lato, i circuiti appaiono ai nostri occhi immersi in un mondo aperto, ma che non costituiscono parte integrante della storia del gioco, facendo passare il tutto in secondo piano quando si osservano le “pennellate” grafiche.
Gravel è strutturato attorno ad un programma televisivo fittizio chiamato Off-Road Masters, dove però, l’unico impegno richiesto al giocatore è quello di vincere stelle nelle gare per andare sbloccare ulteriori circuiti e test.
Ogni tanto lo spettacolo entra di nuovo in scena proponendoci situazioni particolare, come una sorta di resa dei conti contro maestri della guida, che sono in realtà piloti molto famosi con nomi come Scott Parker.
Questo è il contesto generale, e al di là che del fatto che il gioco è molto grande a livello di opzioni sulla scelta dei veicoli e delle piste, dimostra altre sì che questo non è ciò che Milestone SA e vuole fare.
Fatte queste premesse andiamo ad analizzare più da vicino la situazione.
Gravel da vicino!
La modalità storia di Gravel è sicuramente ben strutturata. È divisa in 15 episodi che si alternano con vari tipi di competizione. Non c’è nessuno tipo di modalità che si possa definire rivoluzionaria o sorprendente, carriere, eliminazione, cronometro e un “Smash-UPS” modalità in cui si possono rompere le cose, che alla fine è la modalità più divertente perché richiede riflessi e pazienza.
C’è un’altra risorsa estesa nei giochi di guida che Milestone presenta sempre in grande stile, ovvero il garage con il suo parco macchine sempre molto esteso. Qui non è necessario accumulare risorse per comprare auto nuove o parti per migliorarne le prestazione, né abbiamo la possibilità di aggiungere decorazioni o allestimenti Tunning, tutti fattori gradevoli ma che qui vi assicuriamo non servono.
La scelta delle auto e della loro crescita è basato su un sistema di evoluzione diretta che funziona in base al numero di stelle e punti di esperienza accumulati: se li avete si può avanzare, se no l’unica possibilità è ripetere i circuiti per accumularne di più.
La guida non minuziosa
Un altro argomento particolare e diverso è il comportamento del veicolo alla guida. La risposta che ha l’auto tra guida e terreno.
Gravel è l’opposto di un gioco, realistico, ma è più che altro un arcade puro e duro di quelli dove la risposta è rapida e il rimbalzo al contatto con altri veicoli o oggetti dello scenario è esagerato, un po’ a ricordare il vecchio Rally di sega e MotorStorm. Non importa che si stia guidando un camioncino o un Mitsubishi Lancer Evo, tutto è gestito allo stesso modo, con un’aderenza alla superficie che a volte è pari a zero, che ci porta a fare dei testacoda assurdi e non giustificati, oppure a colpire un albero e bloccarci di colpo, o ancora a sfiorare un altro veicolo e iniziare a volare con la macchina che inizia ad avvitarsi nell’aria senza più fermarsi. Questo non è necessariamente un aspetto negativo, anzi a volte può risultare molto divertente, ma non sempre.
Abituati ora mai a giochi come Ride e il suo sequel, moto GP o il vecchio WRC, ci si fa un idea su Milestone e su cosa aspettarsi tecnicamente da questa squadra di sviluppo e, purtroppo, questa volta non è proprio così.
Siamo tornati ad un titolo che visivamente è un buon richiamo al passo, ma al di sotto di quello che possono. Giusto tornare al passato, ma non altrettanto giusto fare passi indietro a livello grafico e di sviluppo.
Manca sicuramente un livello di dettaglio più approfondito, una geometria delle auto poco definita e l’illuminazione del mondo circostante risulta molto semplice e povera, per non parlare del dettaglio poligonale e delle texture. Nemmeno la ghiaia , che dà al prodotto il suo nome, è credibile. La cosa buona è che è ben ottimizzato nelle tre piattaforme per le quali esce il titolo, qualcosa che sembra che ultimamente non esista più per altri sviluppatori, e che contribuisce a godere di quella buona sensazione di velocità.
Se vogliamo trovare proprio una nota positiva a questo mix, è che ad oggi in giro non esiste un gioco di nuova generazione paragonabile e questo è il loro punto di forza.
Considerazioni finali
Forse Milestone ha trovato un nuovo modo di sviluppare che anche altre software house adotteranno, o forse, nessuno toccherà più.