Silence è una bellissima avventura grafica molto gradevole anche da giocare in cui la storia è perfettamente accompagnata dai puzzle.
Il lavoro di questa Daedalic ci permette di godere di alcuni giochi che sono produzioni piccole ma molto curate, sia quando lavorano a progetti propri che quando lavorano per conto terzi. Quest’azienda ha un buon occhio per le buone avventure grafiche. Recentemente sono arrivati infatti due bellissimi lavori: Candle e Silence, il secondo capitolo del magnifico The Whispered World lanciato nel 2010.
A metà strada tra l’avventura grafica classica e il nuovo stile creato da Telltale, in Silence la storia ha una grande rilevanza e i puzzle sono molto ben integrati nella trama; non abbiamo un inventario ne niente che ci distragga da quanto avviene a schermo, perché tutti i rompicapi hanno una funzionalità narrativa che fa sì che andare avanti con il gioco sia estremamente fluido.
Forse, per fare in modo che il giocatori vada avanti e non rimanga bloccato, perdendo il filo della storia, i rompicapi non sono troppo difficili, ma sono gradevoli e divertenti da risolvere, non possiamo nemmeno dire che siano troppo semplici e alcuni sono molto ingegnosi. Nonostante tutto, e in base all’abilità e l’esperienza del giocatore, la durata può variare tra le 5 e 8 ore.
Puzzle logici e agili
Bisogna ringraziare che si risolvano sempre in modo logico, niente provare combinazioni impossibili o assurde girando nello scenario cercando di unire elementi sconnessi. Non essendoci un inventario, non sarà necessario accumulare oggetti, ma avremo sempre a portata di mano il necessario per risolvere i rompicapi.
Per potenziare quella sensazione di agilità narrativa e di interazione diretta con i personaggi, in alcuni momenti avrai un tempo limitato per prendere una decisione, altre volte dovrai mantenere il personaggio in equilibrio o premere pulsanti in un tempo stabilito.
È un peccato che i puzzle a tempo limitato siano molto sporadici e concentrati soprattutto a inizio gioco, perché servono a dare agilità e vivacità alla storia e ad avere la sensazione di premura che poche avventure possono vantare, ma è come se lo studio non avesse avuto il tempo di implementare più volte quest’opzione. Verso la metà arrivano alcuni dei migliori puzzle e man mano che ci si avvicina alla fine dà l’impressione di dare un’accelerata con puzzle più tradizionali e persino alcuni punti della storia rimangono irrisolti.
I protagonisti di Silence sono due fratelli, Noah – il cui alterego, Sadwick, era protagonista del primo gioco – e Renie, che cercano di scappare da Silenzio, un territorio che si trova nello spazio tra la vita e la morte e che è stato coinvolto negli avvenimenti del primo gioco. La buona notizia è che non è necessario aver giocato The Whispered World per capire la storia, e nemmeno per godersela.
Tre personaggi diversi e tre modi di risolvere i puzzle
Controlleremo i due fratelli alternativamente e, a volte, potrai passare da uno all’altro per andare avanti con la storia. Questa meccanica è tra gli elementi che fanno spiccare il gioco dato che a volte percorrerai gli scenari con uno di loro per risolvere i puzzle per poi passare all’altro per risolverne altri, dato che Renie non ha la forza di Noah, ma è invisibile ai nemici e questo le permette di realizzare altre azioni.
Inoltre, Renie è spesso accompagnata da Spot, un bruco che viene dal primo gioco, che possiede l’abilità di trasformarsi. Controlleremo Spot sia da solo che accompagnando a Renie o Noah. Infatti, Spot sarà protagonista di alcuni tra i puzzle più divertenti grazie alla dinamicità delle sue metamorfosi.
Silence non annoia mai grazie alla grande varietà di situazioni e puzzle che mette in scena: a volte passerai un bel po’ di tempo su una schermata risolvendo diversi rompicapi per poi trovarti a passare da un personaggio all’altro per muoversi tra sei diversi scenari, e ciò che fai un uno di essi ha conseguenze anche sugli altri.
Compaiono nella storia pochi personaggi, ma trattati in profondità come in poche altre avventure grafiche, non solo la coppia di fratelli protagonista, ma anche tutti i secondari sono molto ben costruiti e disegnati con personalità. Ce ne sono appena sei, ma hanno consistenza ed è un peccato non conoscere meglio le loro storie né, soprattutto, l’epilogo delle loro storie.
Comparto artistico dettagliato e brillante
Il comparto artistico del primo gioco era brillante, e questo, come minimo, raggiunge lo stesso livello, anche se con uno stile visuale molto diverso. Il mondo ha ancora un livello di dettaglio sensazionale fino al punto che ogni scenario di Silenzio è un quadro bellissimo, ma prende le distanze dal precedente gioco essendo più realistico, con una palette di colori più intensa e meno cartone animato, soprattutto per quanto riguarda i personaggi. La combinazione di personaggi 3D muovendosi su uno straordinario mondo 2D ottiene questi risultati eccezionali quando si lavora bene, come in questo caso.
Questo nuovo aspetto meno ingenuo di Silence è più adatto alle tematiche trattate da questo gioco, per niente infantili. Sia il design artistico che la palette di colori sono davvero azzeccati.
Le animazioni sono altrettanto impressionanti. Stona il modo di muoversi di Renie, troppo rigido, e la (a volte) inespressività di Noah, ma tutto il resto è straordinario.
I movimenti sono fluidi e molto realistici e si percepiscono cose come i gesti elastici di Kyra o la rocciosità dei fratelli Stone, per esempio. Quando soffia il vento si muovono i vestiti e i capelli dei personaggi, che si integrano alla perfezione in ogni scenario ottenendo un risultato complessivo molto ben riuscito.
Il suono ci accompagna sempre
Il comparto sonoro è la ciliegina sulla torta dello spettacolo visivo con una colonna sonora che accompagna bene il giocatore. Il doppiaggio in italiano non è presente e gli effetti sonori sono molto riusciti, tra questi spiccano i memorabili suoni di Spot, che confermano la personalità del simpatico bruco. I testi sono tradotti in 10 lingue diverse, tra cui l’italiano.
La parte tecnica non raggiunge la qualità degli altri comparti. Nei video possiamo notare alcuni rallentamenti e i tempi di caricamento tra gli scenari sono molto lunghi, il che è davvero molesto quando cambi personaggio diverse volte.
Conclusioni
Sorprendono le contenute dimensioni dello studio dietro a Silence, con Marco Hullen come factotum supportato da Ulrich Wanitschke e Anne von Vaszary nel design del gioco. Nel suo secondo titolo Hullen ha dimostrato di avere ottime idee in testa e che sa come portarle a termine in un videogioco per adulti sia per la tematica trascendentale che per i dialoghi. Non ci importa di aspettare altri 5 anni, se il risultato sarà nuovamente un gioco con questa qualità.
Recensione eseguita con un codice per Nintendo Switch fornito da Rennaisance PR.