Non è la prima volta che abbiamo notizie relative ad Apple e ai suoi piani per l’intelligenza artificiale. Dopo l’aumento di popolarità di ChatGPT, l’azienda americana ha invitato alla calma e ha assicurato di aver speso centinaia di miliardi di euro in modelli di AI. In effetti, le indiscrezioni cominciano a indicare l’iPhone 16, il futuro telefono cellulare dell’azienda, che potrebbe contare sull’intelligenza artificiale come base principale della sua struttura. E, come abbiamo appreso, avrà un alleato d’oro per sfruttare i vantaggi di questa tecnologia: OpenAI. Come riportato da Ars Technica in una recente pubblicazione, OpenAI e Apple hanno stretto un accordo molto ambizioso. Grazie a questo accordo, i creatori dell’iPhone potranno sfruttare le virtù dei modelli linguistici di OpenAI, che a loro volta potrebbero fruttare diversi miliardi di euro all’anno. Tuttavia, come è prevedibile per un accordo di questo calibro con giganti come Apple e OpenAI, voci autorevoli si sono affrettate ad analizzare la situazione. E, sorprendentemente, una delle voci più critiche proviene dall’interno della stessa Apple: John Giannandrea (responsabile dell’apprendimento automatico dell’IA) non è molto favorevole all’alleanza.Anche Microsoft è preoccupata per la situazioneSecondo le informazioni di Ars Technica, Giannandrea si è opposto all’accordo per un motivo: è contrario ai chatbot guidati da grandi modelli linguistici. Quindi, l’attuale responsabile dell’IA di Apple (curiosità: faceva parte del team IA di Google) non è contento della partnership a causa delle implicazioni di dare accesso ai servizi di Apple a un modello di tale calibro. Inoltre, Microsoft, che ha siglato un accordo pluriennale con OpenAI che fa guadagnare all’azienda 10 miliardi di euro all’anno, è preoccupata per il possibile impatto che l’accordo con Apple avrebbe sulla sua alleanza. Comunque sia, sembra che OpenAI non sia l’unico proiettile nella camera di Apple. A quanto pare, l’azienda è in trattative anche con Google, con l’intenzione di sfruttare le virtù di Gemini, il bot conversazionale del colosso statunitense simile a ChatGPT. In questo modo, l’azienda della mela morsicata cercherà non solo di potenziare Siri attraverso questo accordo, ma anche di offrire una scelta di assistenti virtuali ai propri utenti, proprio come già fa con i motori di ricerca e i browser. Al momento è troppo presto per analizzare la situazione, ma conosceremo la portata di questo accordo una volta che avremo maggiori dettagli su terminali come il futuro iPhone 16.In 3DJuegos | Devo pagare per creare un sito web o è gratis? Vi spieghiamo cos’è un host e perché un’opzione a pagamento è migliore di una gratuita In 3DGames | Uno dei più grandi segreti di Apple viene alla luce. Ecco come garantisce l’impermeabilità dei suoi iPhone Immagine principale di Onur Binay (Unsplash)