Rare descrive Sea of Thieves come un’avventura cooperativa più coinvolgente rispetto ad un MMO tradizionale in cui l’apprendimento si baserà sulla logica.
L’ultimo titolo della veterana Rare è stato presentato l’anno scorso come un’avventura cooperativa basata in un’epoca dominata dai pirati. Durante gli ultimi giorni abbiamo ricevuto parecchia nuova informazione, ma fino ad ora siamo ancora in tanti quelli che non riescono a stabilire con certezza a quale categoria di videogiochi appartenga questo Sea of Thieves.
In un primo momento Sea of Thieves è stato classificato come una specie di MMO, ma stando alle parole di Mike Chapman, leader del design del titolo, ci sono piccole accortezze che lo differenziano da questa categoria di videogiochi.
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Mike descrive Sea of Thieves come “un’avventura cooperativa semplice da capire”. Definisce le meccaniche di un MMO Tradizionale come “astratte e poco intuitive”, errore che non vogliono commettere con Sea of Thieves, cercheranno di differenziarsi, offrendo un’esperienza coinvolgente con meccaniche più accordi a un’esperienza basata sulla vita di un pirata in cui l’apprendimento sarà realizzato seguendo la logica.
Per descrivere ciò che ci aspetta nel videogioco, il leader del design del gioco ci propone una situazione. Navighiamo con alcuni dei nostri compagni a bordo della nostra imbarcazione e ognuno ha il proprio ruolo da svolgere, con un telescopio avvistiamo una nave all’orizzonte.
Non sappiamo che tipi di migliorie ha quella nave, non sappiamo se sono alleati o nemici, non sappiamo quanta gente abbia a bordo e dipende da noi attaccarla o meno e come farlo.
Questa libertà d’azione coi nostri compagni è l’essenza di Sea of Thieves, il gioco su cui Rare ha messo tutto il proprio impegno durante gli ultimi anni e che per il momento sappiamo che arriverà sul mercato durante il mese di febbraio 2017.
