Pixar torna nei cinema con un’idea che fin dal primo trailer ha affascinato tutti. Un viaggio all’interno della mente, delle emozioni. Con Inside Out.
Recensione di Inside Out – Regia di: Pete Docter e Ronaldo del Carmen
Data di uscita di Inside Out: 17 settembre 2015.
Trama: Inside Out ruota intorno a Riley, che passa dal Mid West a San Francisco a seguito del cambio di lavoro di suo padre. Come tutti noi, Riley è guidata dalle proprie emozioni: Allegria, Paura, Rabbia, Disgusto e Tristezza. Le emozioni vivono in una sala controllo all’interno della testa di Riley, da dove la aiutano e consigliano giorno dopo giorno.
Pixar torna ancora una volta. Dopo cinque anni investiti su questo progetto occorre dire che il lavoro realizzato è strabiliante. Di sicuro il tempo non è stato perso! E non solo per la materializzazione del film in sé (Texture, design dei personaggi, espressività, colore…) ma anche per il background e tutto ciò che intendono raccontare.
Una delle grandi materie spesso trascurate è l’educazione emozionale, ma lo studio, con questo Inside Out, dimostra ancora una volta una sensibilità squisita introducendoci nella mente di una giovane soggetta a una fase di grossi cambiamenti. Il mondo di Riley comincia a cadere a pezzi quando i suoi genitori decidono di trasferirsi in una nuova città e Riley si trova costretta a lasciare indietro le proprie amicizie e la propria area di confort. Lo scontro tra ciò che s’aspetta e ciò che trova è sconvolgente.
Questa storia, come potete notare, ce l’hanno raccontata migliaia di volte, ma mai come lo fanno con questo Inside Out, dato che non solo vediamo il comportamento esterno di Riley, ma anche come funziona il suo prezioso cervello. Pete Docter ci porta dentro gli ingranaggi della psiche in tutta la sua complessità e ci svela come certe emozioni dominanti reggono la condotta di un soggetto per la maggior parte del tempo: sono Allegria, Tristezza, Paura, Disgusto e Rabbia e ognuna di loto ha una propria funzione evolutiva che la rende estremamente preziosa per Riley.
Ma Inside Out non è una semplificazione di tutto questo processo, ma anzi, ci introduce in modo molto divulgativo nel modo di operare della memoria a breve e lungo termine, le dimenticanze, i sogni, le paure, l’immaginazione, il pensiero e persino l’astrazione e la creatività grazie alla figura dell’amico immaginario.
Il viaggio è memorabile e la controparte visiva di tutte queste cose non è meno interessante: il pensiero che passa come un treno pieno di opportunità, il magazzino desolato in cui rinchiudiamo le paure più primitive o l’enorme biblioteca di ricordi tinti di emozioni che segnano la nostra personalità, senza contare quelle isole di sentimenti che, come enormi colonne, compongono chi siamo e che man mano che maturiamo scricchiolano per fare spazio ad un catalogo sempre più ampio.
Il senso dell’umorismo percorre Inside Out come un grande fiume rinfrescando tutto questo fitto bosco di concetti che a tratti possono essere travolgenti e che, ciò nonostante, vengono assimilati senza problemi con enorme facilità. Film raccomandatissimo per i piccoli di casa per fargli imparare pian piano a identificare le proprie emozioni e ad analizzare perché provano una cosa piuttosto che un’altra.
Questa è una delle enormi virtù di Inside Out: è un magnifico film pensato per i piccoli, anche se gli adulti possono imparare a loro volta insieme ai piccoli. Perché diciamolo, non si smette mai d’imparare.
Quelli che sentono la mancanza di film come il primo Toy Story proveranno un piccolo senso di malinconia in Inside Out ma troveranno anche molti nuovi elementi. Ma se questo film (a nostro parere) era necessario, crediamo che ancora più necessario sarà un seguito. Questa volta sarebbe una bella cosa! Un nuovo film che ci aiuti a comprendere tutti i processi che cominciano a prendere il comando delle emozioni durante l’adolescenza.
Bisogna valutare attentamente il rischio di fare questo film. Una proposta originale, rinfrescante, innovativa, istruttiva ma allo stesso tempo divertente e soprattutto tenera. È facile comprendere Riley perché tutti, almeno una volta, abbiamo dovuto affrontare qualche delusione, persino l’apatia e per tutte le varie emozioni che sperimenta verso la fine della propria infanzia.
È un vero piacere trovare un film d’animazione che aspira a diventare un blockbuster e non una semplice esperienza passeggera. Trovare un buon background, un insegnamento senza una morale che durerà nel tempo. Inside Out è un appuntamento obbligatorio nei cinema. Andate a vederlo e rimarrete sorpresi del modo in cui viene proposto tutto quello che ti passa per la testa. “Conosci te stesso”, dice l’aforisma greco, e Inside Out vi aiuterà a farlo.
Pixar recupera tutta la propria magia in una storia semplice che ci svela il funzionamento delle emozioni e i ricordi di una bambina. Inside Out è allo stesso tempo istruttivo oltre che divertente ed emotivo.