Ma la versione Serie S è troppo ridotta?
Update 14/07/2022: L’effetto god ray mancante di The Quarry su PS5 è stato risolto con una nuova patch. Questo porta la PS5 alla pari con la serie X di Xbox per quanto riguarda l’effetto, confermando che si trattava di un bug della versione precedente.
Supermassive Games sembra aver trovato una formula vincente con i suoi giochi horror a scelta e The Quarry è il gioco più avvincente e di grande impatto visivo. Il gioco utilizza il popolare motore Unreal ed è in uscita su PS5, Xbox Series X/S, PC e macchine di ultima generazione, un vero e proprio rilascio multipiattaforma nonostante le voci che lo volevano originariamente un’esclusiva Stadia. Come si comporta ogni piattaforma – soprattutto la sottopotenziata Serie S – e la presentazione cinematografica unica funziona a livello tecnico? Scopriamolo.
Prima di passare ai numeri, prepariamo la scena con qualche parola sulla presentazione cinematografica di The Quarry. Con un’agenzia limitata per il giocatore – e persino una modalità filmato che esclude completamente gli input – è stata posta una grande enfasi sulle performance del cast catturate in movimento. Presentato in un rapporto d’aspetto cinematografico di 2,35:1, ogni personaggio è inserito in inquadrature strette e ravvicinate, dove qualsiasi carenza tecnica sarebbe piuttosto evidente.
Fortunatamente, la tecnologia di motion capture è eccellente, con solo alcuni momenti di “uncanny valley”, che si notano soprattutto con un personaggio (Emma). Anche il lavoro sui materiali regge a un attento esame, con la pelle che reagisce in modo convincente alla luce delle torce e del sole, compresa la dispersione subsuperficiale che simula il passaggio della luce attraverso le parti più sottili del corpo come le orecchie o le dita. Anche gli occhi dei personaggi sono splendidamente riprodotti, con riflessi e movimenti realistici. Nel complesso, si tratta di un’impressionante dimostrazione di rendering dei personaggi in tempo reale che, insieme all’inquadratura cinematografica e alla profondità di campo, fornisce a Supermassive gli strumenti necessari per raccontare una storia.
Come ci si potrebbe aspettare da un gioco di stampo cinematografico, l’azione punta al 4K – con una scalatura dinamica della risoluzione per garantire 30fps stabili su PS5 e Xbox Series X. Abbiamo visto PS5 scendere a 3072×1728, mentre Series X è scesa a 3328×1872 – quindi un piccolo vantaggio per Series X nelle scene più complesse. Tuttavia, questo è appena percettibile grazie all’abbondante post-elaborazione, tra cui il TAA (temporal anti-aliasing), la forte sfocatura del movimento della telecamera, la profondità di campo e altri trucchi UE. Tuttavia, durante i nostri test, PS5 sembrava mancare di un trucco: in particolare, non mostrava le volumetrie “god ray” che attraversano il cielo della Serie X in alcune scene. Questo problema è stato poi risolto con l’aggiornamento dell’8 luglio, dopo il completamento della nostra copertura video, ripristinando la parità tra le due console.
Su PC, il raggiungimento dei 30 fps in 4K dipende dall’hardware, ma è anche possibile aumentare la qualità delle ombre rispetto alle versioni per console, con l’impostazione ultra che fornisce ombre sensibilmente più morbide. La combinazione RTX 3060 Ti e Ryzen 7 5700X che ho usato per i test ha raggiunto circa 24 fps con impostazioni massime a 4K. Con una RTX 3070 o superiore, dovrebbero essere possibili 30 fps a 4K con impostazioni ultra, a patto che il resto dell’hardware sia all’altezza.
La Serie S è forse la piattaforma di destinazione più interessante, poiché The Quarry richiede alcuni tagli per adattarsi alla sua potenza più limitata. La risoluzione di rendering è impostata a 1440p, ma può scendere a 900p nelle scene più stressanti e a 1260p durante le fasi di gioco più tipiche. Questa riduzione della risoluzione influisce sui dettagli più fini, come i capelli e i rami degli alberi, mentre le funzioni di post-elaborazione come la profondità di campo vengono renderizzate a una qualità inferiore. Altrove, i materiali e le texture sono interessati, con alcune texture che appaiono vicine alla Serie X, ma altre che appaiono bloccate in uno stato di bassa risoluzione che assomiglia a un problema di streaming – solo che non compare mai un asset a risoluzione superiore. Infine, i raggi di Dio sono visibilmente a bassa risoluzione con artefatti evidenti, l’erba è ridotta e anche le ombre sono declassate, tutto al servizio del frame-rate di 30 fps.
Parliamo quindi di prestazioni. Sia la PS5 che la Serie X sono robuste, a volte perdono un fotogramma nei tagli della telecamera, ma per il resto si attengono a un tempo di trasmissione regolare di 33,3 ms grazie al sistema di risoluzione dinamica che funziona come previsto. L’unica differenza di prestazioni tra le due console è stata una scena in cui PS5 è scesa a 27 fps, mentre la Serie X è rimasta a 30 fps: non è certo un problema per i possessori di console Sony. Più interessante è la versione Serie S, che presenta problemi maggiori nonostante i pesanti tagli alla fedeltà. L’unità di apertura del prologo è tra i 20 e i 30fps, così come un’altra scena all’inizio, ma dopo la title card abbiamo registrato due o tre ore di 30fps quasi perfetti. Il tempo a nostra disposizione per testare ogni versione è limitato, ma da quello che possiamo vedere la Serie S è in grado di offrire buone prestazioni.
In definitiva, The Quarry torna a un territorio più familiare per Supermassive Games, ma la sua tecnologia ha fatto molta strada da Until Dawn del 2015. Il motion capture dettagliato, i materiali e la suite di post-processing di Unreal appaiono in gran parte superbi e lavorano al servizio delle vostre scelte mentre tracciate il percorso della storia. Per i possessori di PS5 e Serie X, non si può sbagliare di molto: entrambi puntano al 4K a 30fps stabili. Per la Serie S, i tagli necessari per la console 4TF riducono leggermente l’esperienza, ma il gioco è ancora valido in termini di prestazioni. Tutte e tre le versioni sono ancora pienamente raccomandate e, soprattutto se giocate in gruppo, The Quarry è una vera delizia.
Per quanto riguarda il 2022, il lavoro dei Supermassive non è ancora finito. Una seconda dose di horror è prevista per quest’anno con un nuovo capitolo dell’antologia Dark Pictures, intitolato The Devil in Me, e sarà affascinante vedere se la tecnologia si evolverà nella prossima versione.