Recuperi la tua coscienza in una stanza chiusa. Como sono arrivato qui? Perché c’è un sepolcro? Sono morto? Queste sono alcune delle domande che ti verranno in mente all’inizio di questo strano sperimento che è Afterlife VR.
Trappole, meccanismi occulti e tesori sono alcuni degli elementi primordiali in questa specie di escape room virtuale sperimentale che ci porta alla ricerca di una serie di chiavi e dell’uscita da un sepolcro pieno di misteri ma che ci lascia un po’ perplessi per quanto riguarda lo sviluppo.
Anche se in un inizio l’idea non è male, Afterlife VR sembra un titolo lasciato a metà in cui non ci spaventiamo in nessun momento, i puzzle che dobbiamo risolvere non hanno un tempo limite e li svolgiamo da seduti (con poca interattività) e in cui tutto si riduce a raccogliere, muovere o attivare. Inoltre abbiamo a disposizione un sistema di indizi molto ricorrente.
Il movimento del protagonista avviene tramite un grezzo grid di teletrasporto, non c’è la possibilità di cambiare la visuale e di aggiustare il gioco alle possibilità del nostro sistema.
Purtroppo il gioco non arriva localizzato all’italiano, il che non aiuta le persone poco abituate alla lingua inglese o allo spagnolo a vivere l’esperienza in modo soddisfacente.