È arrivata l’ultima espansione per World of Warcraft, World of Warcraft: Legion, un’espansione con cui Blizzard cerca di ringiovanire il suo storico MMO.
Legion è l’ampliamento più interessante di quanti finora Blizzard ha rilasciato per World of Warcraft.
È curioso come, con il passare degli anni, il modo di raccontare storie e di immergere il giocatore nella trama del gioco sia migliorato, mentre il suo avatar superava pericoli e diventava la figura influente che è oggi.
[amazon template=wishlist&asin=B018IGNIYC]
Possiamo percepire l’evoluzione nella forma in cui i personaggi trattano il giocatore, l’eroe, come la sua responsabilità e ruolo negli avvenimenti che si susseguono sono cresciuti ogni volta di più. È stata un’evoluzione sottile, cominciata con Warlords of Draenor, ma che in Legion diventa assolutamente evidente.
Non aspettatevi troppi cambiamenti in World of Warcraft: Legion per il veterano giocatore di WoW, almeno per quanto riguarda la struttura di base del gioco. Non importa se siamo al livello 1 o al 100, ci sono ancora lupi da uccidere e siepi da coltivare: ci sono cose che non cambieranno mai.
È vero che la comparsa degli artefatti aggiunge un nuovo livello di sviluppo ai personaggi, sostituendo i talenti a cui eravamo abituati e facendo sì che questi non siano dipendenti dal livello, ma ci saranno sempre oggetti da raccogliere nei dungeon o raid.
È anche vero che ci sono cambiamenti nell’utilizzo dei Glifi (ora puramente estetici) e che rimettono sotto sopra il progresso delle professioni. Ma questi sono tutti cambiamenti minori, creati per variare un po’ un sistema che poco ha a che vedere con la rigidezza degli alberi di talenti nella versione Vanilla. Per questo aspetto, Legion è un’espansione molto conservatrice.
Conservatrici sono anche le Isole Disperse, il nuovo continente che si presenta dinnanzi a noi. Nessuna zona, forse con la sola eccezione della Città di Suramar, è originale né offre località belle, aliene o fantastiche senza limiti. Può essere che venire da un altro pianeta come Draenor abbia un po’ alterato la nostra sensibilità, ma ricordiamo anche l’esotismo di Pandaria, persino le ambientazioni di Cataclysm, e non possiamo che sentirci un po’ delusi da quanto vediamo.
Insomma, capiamoci, non stiamo dicendo che le zone siano brutte, o che non si collochino bene all’interno della storia che Blizzard ci vuole raccontare in World of Warcraft: Legion, voglaimo solo dire che il design ci ricorda altre zone già viste ad Azerith e che sembrano meno spettacolari se messe a paragone.
Solo quando danno corda libera alla fantasia e lavorano con tematiche realmente nuove è quando vediamo ambientazioni spettacolari, come la Sale del Valore, per esempio. Eccetto, come vi abbiamo già detto, la città di Suramar, l’antica capitale degli Elfi della Notte agli albori di Azeroth.
Creare una zona occupata per la maggior parte da una città così magnifica ha un significato molto speciale, dato che si addentra nel mondo delle avventure urbane mentre facciamo un esercizio di archeologia mentale e rimaniamo affascinati da ciò che questa razza è stata in grado di costruire ben 10.000 anni prima.
È qui, in questo tipo di concetti, dove dovremmo toglierci il cappello davanti al lavoro fatto con World of Warcraft: Legion. Quest’ampliamento è dedicato a quelli che leggono il testo nelle missioni, che si preoccupano di conoscere i personaggi e il perché agiscono come agiscono.
In Terrallende abbiamo cercato di capire le origini dei drenei, in Nordania, i nani e i titani; a Draenor ciò che interessava erano gli orchi, la loro caduta come razza sotto la malvagia influenza di Gul’dan. Ciò nonostante, in Legion ciò che vedremo è com’erano gli Elfi della Notte (e anche quelli di Sangue), e come questa orgogliosa e potente razza ha provocato l’ingresso della Legione Infuocata ad Azeroth, della venuta di Sargeras e di come il mondo si è spezzato nell’antichità.
Tutta questa eredità di distruzione di cui ancora vengono incolpati alcuni elfi, come Tyrande o Malfurion, hanno una chiara personificazione: Illidan. Potremmo dire che il Cacciatore di Demoni è l’asse fondamentale di tutta questa espansione, dato che tutto gira intorno a lui. La Legione Infuocata vuole recuperare il suo corpo mentre finalmente sembra che venga chiarito il significato dei suoi occhi dorati. Tutto sembra indicare che questa figura tragica ricoprirà un ruolo fondamentale nel futuro di Azeroth e tocca cominciare a capirla, a capire le sue motivazioni.
E questo corrisponde direttamente alla comparsa di una nuova classe per i giocatori: Il Cacciatore di Demoni. Non ci allungheremo troppo con le novità giocabili che questo apporta a World of Warcarft, ma vi diremo che sono un perfetto sistema per comprendere tutti i sacrifici che Illidan ha dovuto compiere.
Tra i membri di questa classe c’è una fratellanza speciale creata coi lacci di dolore e la perdita, con un desiderio di fare quando necessario per salvare Azeroth dalla Burning Crusade.
La figura di Illidan, il grande nemico della Burning Crusade, diventa qualcosa in più in Legion, una figura triste e solitaria che si è vista costretta a rinunciare a tutto e che ha tutto il mondo contro, nonostante voglia solamente fare quel che è corretto fare.
Senza dubbio alcuno, la possibilità di approfondire il personaggio di Illidan, le proprie motivazioni e immergerci nelle origini di Azeroth sono i punti forti di questa nuova espansione. Questo è estendibile, inoltre, a tutte le zone. Ognuna ha le proprie storie, assolutamente geniali, con i propri eroi e situazioni limite che fanno sì che il giocatore si immerga più che mai nell’azione e nella storia che sta vivendo. Ripetiamo, Legion è un’esperienza maggiormente focalizzata per quelli che si vogliono godere la lore più che a quelli che come obbiettivo hanno il first kill e gli obiettivi nei raid.
Blizzard ha ottenuto un vero equilibrio con Legion, non nel bilanciare le classi (tutti sappiamo che buff e nerf ci saranno sempre) ma di offrire contenuti adeguati per ogni tipo di giocatori. Può darsi che quelli che cercano sfide giocabili dovranno attendere un po’ di più, di equipaggiarsi un po’ e accedere ai dungeon mitici, ma saranno ricompensati con un sistema di difficoltà crescente preso direttamente da Diablo III, in cui potremo incrementare la difficoltà usando alcuni oggetti speciali, imponendo difficoltà al gruppo e, ovviamente, aumentando la ricompensa.
I dungeon, difatti, non sono troppo complicati, nemmeno nella versante eroica. Fatta eccezione per un paio di boss finali, la verità è che ci troviamo davanti a svolgimenti piuttosto semplici co meccaniche che si capiscono al primo colpo e che permettono di essere superati senza troppi problemi. Come sempre, evitate le pozzanghere per terra e fate fare l’aggro al tank per evitare sorprese e tutto procederà senza intoppi. Da ormai troppo tempo Blizzard affida le sfide di World of Warcarft alle modalità eroiche, e in Legion la tradizione continua.
Uno die cambiamenti che ci è piaciuto di più è la comparsa degli artefatti e i loro alberi dei talenti. Ogni specializzazione di ogni classe ha la propria arma associata e, nonostante in un primo momento dobbiamo sceglierne una, una volta giunti al livello 102 possiamo ottenere le altre. Queste armi hanno un proprio sistema di evoluzione indipendente dalle altre, e le loro caratteristiche sostituiscono i talenti quando si aumenta il livello. Seminati nelle Isole Disperse, in forzieri perduti, come bottino uccidendo nemici o come ricompensa in certe missioni, ci sono oggetti che ci permettono di aumentare il livello dei nostri artefatti. Con ogni livello otterremo un talento che possiamo spendere per ottenere un vantaggio.
Prima o poi i giocatori più costanti riusciranno a sbloccare tutti i talenti del proprio artefatti. Non diremo che è un compito difficile, ma nemmeno facile, dato che con ogni aumento di livello i punti necessari per il seguente livello aumentano in modo esponenziale, ma se lo vediamo dalla giusta prospettiva vedremo che ogni arma esige la propria evoluzione separatamente. Ci sarà da vedere come questo influenza quando si tratta di aumentare una specializzazione secondarie, per vedere se diventa troppo pesante o è fattibile.
Vediamo anche nuovi elementi evoluti di anteriori espansioni, come le Sedi di Classe, eredi della nostra fortezza a Draenor. La sede di classe è un piccolo baluardo, la nostra fortezza e continua con alcune meccaniche già conosciute, anche se semplificate. Ci saranno meno tirapiedi, ma avranno un maggior peso argomentale. Inoltre, ci saranno missioni relazionate con loto e con l’evoluzione della nostra classe, missioni uniche e specifiche che ci immergono nel profondo nella nostra professione e ci fanno affrontare antichi e potenti mali o ci fanno conoscere i grandi personaggi di Azeroth.
Perché, infine, siamo ora uno degli esseri più potenti di tutto il mondo. Abbiamo superato le fazioni, non siamo più orda o alleanza, ma nella trama siamo eroi del mondo. Abbiamo maturato come personaggi e le tarme non ci mettono più ogni tanto di fronte al trono di Roccavento, ma siamo consiglieri, pezzi chiave nel destino del mondo. Se in Draenor questo significava che eravamo i comandanti dell’Invasione, ora siamo leggenda viva. E abbiamo a che fare con Dei e antichi poteri che sfuggono alla comprensione dei comuni mortali.
E questo ci porta al fine ultimo di Legion: Sargeras. La Burning Crusade è l’origine di tutti i mali dell’universo. Hanno provocato la caduta di Sargeras e sono costantemente alla ricerca di modi di entrare nella realtà per eliminarla. Non il primo male, il Peccato Originale che tenta con segni di Superbia. In Legion esploriamo le sue origini e cerchiamo le armi per combatterle in modo definitivo. Kaghdar cerca il modo di trionfare dove Medivh ha fallito, ma lo vediamo lottare costantemente contro l’imperiosa necessità di sollevarsi coi poteri del Guardiano di Tirisfal. Dall’altra parte abbiamo Illidan, che era davvero disposto a fare quanto necessario per combattere questo male primogenito.
Non importa chi dei due ha ragione, l’unica cosa certa è che siamo vicini a un grande finale. Sia se si sconfigge la Legione Infuocata che se Sargeras torna con tutto il proprio potere e distrugge Azeroth, la cosa certa è che la storia di Azeroth non sarà mai più la stessa.
Può darsi che Blizzard sia cosciente che World of Warcarft così come lo conosciamo non può durare ancora a lungo, la formula si sta pian piano esaurendo e tra poco sarà necessario un forte scrollone, ma la cosa certa è che, nel mentre, ci ha regalato una nuova espansione che, senza essere rivoluzionaria né cambiare molte cose, è, senza dubbio, la più matura e quella che maggiormente ricompensa gli amanti di questo mondo di fantasia.
Conclusione
Legion è un’espansione che non lascia indietro nessuno, ma che può darsi che ricompensi maggiormente quelli che amano leggere le missioni e esplorare nel profondo le origini di Azeroth, dei suoi mali primogeniti e gli dei e personaggi più famosi della serie World of Warcarft.