È arrivata la recensione di PES 2016. E ancora una volta ci chiediamo se la saga sia tornata agli antichi fasti o se sia ancora intrappolata nel suo libro.
Come nella favola del lupo, è ormai circa un lustro che continuiamo a dire che il prossimo capitolo della saga potrebbe essere quello che riporta la saga calcistica di Konami agli antichi fasti, ma questa previsione non arriva mai avverarsi. Ciò nonostante, dopo il promettente lancio dell’anno scorso in coincidenza del suo 20º anniversario Pro Evolution Soccer 2016 (PES 2016) ha di nuovo ciò che bisogna avere per soddisfare il buon gusto dei fan del calcio: qualità tecnica e sfondo fisico.
La recensione di PES 2016 conferma ciò che indicavamo già vari mesi: la saga calcistica di Konami è di nuovo in piena forma, dopo quasi un decennio nel limbo. Dall’inizio del crollo con il lancio della stagione 2007 – 2008, la cantilena che indicava che un nuovo capitolo del riportato alla serie al luogo che meritava è stata continua, ma ogni volta, il risultato non era quello che ci si aspettava.
Ciononostante, l’anno scorso, coincidendo con il salto alla generazione di PlayStation 4 e Xbox One, si è verificato un importante cambiamento di tendenza, creandosi delle condizioni tecniche e giocabili che avevano solamente bisogno di un paio di ritocchi per poter essere eccellenti. Ebbene, il PES Team, con i propri studi a Tokio e Windsor, ha effettuato quegli aggiustamenti e ha firmato il capitolo più brillante dei tempi di PlayStation 2 del mitico Pro Evolution 6, quando ancora giocava Ronaldo Nazario e Adriano Leite era un calciatore abbastanza forte (e sobrio) da poter comparire nella copertina. Il tempo non passa in vano, ma non è mai tardi.
Qualità in ogni linea del campo.
I giochi sportivi si misurano, in gran parte, da quanto sia soddisfacente il controllo sul gioco. E precisamente su questo punto che il PES Team ha fatto il maggior passo in avanti. Durante gli ultimi anni si era infangato alla ricerca di diversi elementi che non arrivavano mai a quagliare, ma la soluzione era in casa: tornare sulla base del suddetto PES 6, ma adattandola ai tempi moderni e pulendo. Come risultato, le partite sono nuovamente un vero spettacolo in Pro Evolution Soccer 2016 (PES 2016), grazie a una formula perfettamente equilibrata di dribbling, passaggi, tiri ecc.
probabilmente, ciò che risalta maggiormente è il sistema di dribbling a 360°, grazie al quale possono essere seguiti un’infinità ritocchi in minime distanze, per fare ogni tipo di movimento. Le ricezioni dei passaggi rispondono a meraviglia ed è possibile orientare la palla con un singolo poco, per uscire in velocità e lasciare il difensore con la faccia da scemo. Come soluzione ai dribbling, anche il sistema di recupero palla è molto consistente. Da una parte, abbiamo le tipiche spazzate dall’altra, un tasto per forzare o mettere il piede. Ciò nonostante, ciò che rende soddisfacente la lotta per il possesso è l’importanza che è stata data al posizionamento dei giocatori quando si tratta di correre ed eseguire i movimenti per marcare, più che le entrate.
La fisica della palla e un altro degli aspetti che è stato grandemente migliorato, e che si ripercuote sia nei passaggi che nei tiri, che permettono una grande varietà di effetti. I passaggi al piede si sentono come sempre, ma la medaglia va ai passaggi a vuoto, specialmente quando vengono realizzati alle spalle della difesa. Quando si tratta di tirare in porta, Pro Evolution Soccer 2016 (PES 2016) ha guadagnato moltissimo in spettacolarità, per due motivi. Da una parte, colpendo con il piede, è molto probabile che la palla venga lanciata con grande violenza, il che rende forse eccessivamente facile segnare con tiri da di fronte alla porta. D’altra parte, lanciando dal centro, è abituale vedere ogni tipo di gesti tecnici, come calci con effetto o rovesciate, senza la necessità di premere nessun pulsante strano. Anteriormente spesso veniva detto che Pro Evolution Soccer era un simulatore, a differenza del suo avversario, che era più arcade, ma dimenticatevi di queste cose: ci troviamo davanti a un grande simulatore calcistico, che però non si tira indietro quando è il momento di dare spettacolo. È molto facile fare cose senza la necessità di imparare strane combinazioni, dato che molte escono da sole: passaggi di tacco, rabone eccetera.
L’intelligenza artificiale è l’unico comparto giocabile che presenta alcuni alti e bassi. Generalmente risponde bene, ma, quando è il momento di effettuare certe azioni in difesa, i giocatori non calcolano sempre di e possono lasciare in difficoltà il proprio portiere, che, anche se non fanno grandi papere, potrebbe sicuramente essere più obiettivo davanti a certe situazioni, come i tiri da fuori area.
Nella comoda linea dei giochi di calcio.
Passando alle modalità di gioco disponibili in Pro Evolution Soccer 2016 (PES 2016), l’offerta che ci troviamo davanti è, praticamente, la stessa dell’anno scorso. È chiaro che i titoli sportivi sono ciò che sono, ma ciò non toglie che si possa rinnovare anno dopo anno (citiamo l’esempio di NBA 2K). Ciò nonostante, PES 2016 ha scelto la strada della continuità, senza sforzare troppo la testa.
Come sempre, abbiamo il Campionato Master, che ci permette di diventare il direttore tecnico di un club e gestire il suo calciomercato, oltre a vegliare sulla salute economica dell’entità, tenendo conto di aspetti come gli stipendi dei giocatori e il rischio di entrare in bancarotta. Ciò nonostante, il sistema, anche se c’è una sezione di scout, non si mostra particolarmente profondo e, per esempio, è troppo facile acquistare Cristiano Ronaldo con i petroldollari del Manchester City. Possiamo giocare con la rosa di una squadra reale o con la solita squadra “inventata”, anche se non saranno presenti Castolo, Minanda e compagnia bella, ma altri giocatori nuovi come Geisler, Coutinho o Castle.
Il Campionato Master a un fratello nella modalità Diventa una leggenda, che risulta essere molto simile, anche se in questa modalità dobbiamo prendersi carico di un solo giocatore, che può essere un giocatore reale o un alter ego che creeremo con l’editor che offre Pro Evolution Soccer 2016 (PES 2016). Cominceremo obbligatoriamente in una squadra piccola, l’obiettivo è lottare per guadagnare la fiducia del tecnico e raggiungere il successo, con obiettivi intermedi come quello di essere convocato con la nostra selezione nazionale. Non possiamo chiedere la palla i nostri compagni, per questo motivo le partite a tratti diventano un po’ noiose.
Al margine delle tipiche partite amichevoli, la componente offline si estende con la modalità allenamento. Si tratta di 23 prove che aiutano a familiarizzare con i controlli e che ci premiano con un trofeo d’oro, argento o bronzo, dipendendo da come se la siamo cavata. Essendoci ponteggi, è molto facile che ci dedicheremo a migliorare i nostri punteggi. Com’è logico, potremmo anche giocare campionati di diversi paesi e alcune coppe di cui parleremo più avanti.
Passando alla modalità on-line, risalta la modalità MyClub, che si presenta per il suo secondo anno. Da quando la serie FIFA ha reso popolare la sua Ultimate Team, tutti i giochi sportivi hanno abbracciato questa modalità, in cui l’obiettivo è creare una squadra a partire da figurine. Non manca nemmeno la modalità di visioni on-line, si tratta di 10 partite con promozioni e retrocessioni, in modo da farsi sempre giocare con gente del nostro. Ci sono anche amichevoli e campionati, oltre a partite per 22 giocatori, in cui ogni utente ha il controllo di un singolo calciatore.
Lottando per le licenze importanti.
Pro Evolution Soccer si è sempre portato dietro il problema di non avere tutte le licenze, in parte perché il suo grande avversario, FIFA, riesce ad accaparrarsi alcune di esse in esclusiva, come ad esempio la Bundesliga. Ma anche con questo problema, Konami è sempre riuscita a cavarsela, inventando squadre o nomi di giocatori. In questo senso, Pro Evolution Soccer 2016 (PES 2016) presenta una buona offerta di squadre e tornei.
Dando uno sguardo ai campionati domestici, troviamo i campionati di Spagna, Italia, Francia, Olanda, Portogallo, Inghilterra, Brasile, Argentina e Cile. Occorre precisare varie cose. Da una parte, Spagna, Italia, Francia e Inghilterra hanno anche i campionati di serie B. D’altra parte, il campionato inglese, a eccezione del Manchester United, a alcune squadre “false”, come il “North London” o il “London Blue”, equivalenti a Arsenal o Chelsea, per esempio. Ma anche se le squadre non hanno i loro nomi, stemmi o equipaggiamenti ufficiali i giocatori sono reali, sia di nome che d’apparenza.
Per fortuna, è presente un completissimo editor che permette di modificare numerosi aspetti, sia dei giocatori che delle squadre o i campionati. Le versioni per PlayStation 4 e PlayStation 3 hanno persino la possibilità di importare immagini per sostituire gli stemmi o gli equipaggiamenti con quelli reali. Cambiare tutti richiedono un’infinità di ore di pazienza, ma bisogna sempre essere grati che sia possibile.
Passando ai tornei internazionali, Pro Evolution Soccer 2016 (PES 2016) ottiene importanti esclusive. Senza dubbio, quella che risalta maggiormente, è la Champions League, a cui si aggiungono Europa League e la Supercoppa d’Europa. Passando dal Sudamerica, troviamo la Copa Libertadores e la Copa Sudamericana. In Asia troviamo la AFC Champions League. Senza dubbio, la medaglia va alla Champions League, con tutta la sua iconografia, specialmente l’inno che suona all’inizio delle partite.
Pro Evolution Soccer 2016 (PES 2016) avrà anche la licenza sull’Europeo di Francia 2016, anche se per il momento non sappiamo in che modo, dato che non viene incluso di serie, dato che la fase di classificazione per il torneo non è ancora finita. Ci aspettiamo che venga raggiunto tramite un futuro aggiornamento e che, in nessun caso, occorre acquistare un contenuto scaricabile, che è stata la formula usata da Electronic Arts con FIFA 12 e l’anteriore Europeo. E parlando di nazionali, ce ne sono in totale 81. Le più importanti hanno la licenza, anche se occorre precisare che alcune di esse non hanno l’equipaggiamento ufficiale, come Argentina. In altri casi, come quelli del Galles, Croazia o Ucraina, non sono veri nemmeno i nomi dei giocatori.
Il numero di stadi rimane a 21, quasi il doppio rispetto all’anno scorso, anche se continua ad esserci un sacco di lavoro da fare, dato che non occorre dimenticare che, ad esempio, PES 2013 aveva molti più stadi. Di questi 21, 11 sono reali (come San Siro, Old Trafford o l’Allianz Arena) e gli altri 10 inventati.
Avanzamenti tecnici tra la serietà e il timore.
Come i due capitoli anteriori, Pro Evolution Soccer 2016 (PES 2016) fa uso del FOX Engine, il motore grafico creato da Kojima Production che ha ottenuto risultati eccellenti in Metal Gear Solid V. In linee generali, il gioco si presenta molto bene, con grandi somiglianze dei calciatori, che siano essi di classe media o alta. In questo senso, quest’anno è stata introdotta l’opzione di scegliere tra diversi festeggiamenti quando si segna e, anche se non sono troppo varie, corrispondono davvero a quelle che solitamente realizza ogni giocatore. Per esempio, se segneremo con Cristiano Ronaldo, vedremo il suo tipico saltino per estendere le braccia ai lati nel gesto di mostrare il suo quadricipite, così come Gareth Bale spesso disegnerà cuori con le mani.
Sicuramente, l’avanzamento più importante la materia tecnica è quello relativo alle animazioni dei giocatori, cosa che si ripercuote direttamente nella giocabilità. Il sistema di collisioni risulta essere molto più naturale e include dettagli come che, se il campo è bagnato, i calciatori possono scivolare con facilità. Allo stesso modo, quando verranno effettuati dei passaggi, è una delizia vedere come la posizione del piede è esattamente la stessa che sarebbe usata nella realtà, secondo l’effetto e la forza che vogliamo mettere nella palla.
Un altro aspetto che ci è piaciuto molto e la nuova telecamera di default, che somiglia molto a quelle televisive. In base a dove la palla, si ottengono leggere zoomate e indicazioni per rendere la prospettiva sempre migliore. Come d’abitudine, si possono scegliere anche altre telecamere, più precisamente 10, ma quella di default è di gran lunga la migliore.
Il PES Team dovrebbe fare maggiore sforzo su alcuni aspetti grafici. Il nucleo di Pro Evolution Soccer 2016 (PES 2016) si presenta molto bene, ma si sente la mancanza di maggior enfasi su alcuni elementi, come l’illuminazione (si può scegliere solo tra giorno e notte) o la climatologia (sereno o piovoso). Allo stesso modo, si osserva una certa discontinuità nel trascorrere delle partite. Per esempio, quando si produce un fallo pesante, l’arbitro tende a rimanere fermo per alcuni secondi, ma quando scatta il classico video posteriore, si accorgeranno che ha deciso di tirar fuori un cartellino. Sono problemi minori, ma se venisse data loro importanza, il risultato finale sarebbe più consistente.
La stessa cosa si può dire dei commentari. È vero che in Pro Evolution Soccer 2016 (PES 2016) sono più fluidi, ma sono ancora molto lontani dall’essere accettabili per i tempi che corrono. Si notano sempre le forzature nel collegare frasi in cui può essere chiaramente apprezzato che sono state registrate separatamente.
Per togliere questo cattivo sapore di bocca, bisogna sottolineare che il comparto sonoro invece, eccelle per quanto riguarda i canti da stadio o gli inni, come quello della Champions League o la Copa Libertadores. Menzione d’onore per la colonna sonora, che, nonostante non sia molto ampia (si tratta di 13 canzoni), presenta una grande selezione di canzoni, come We Will Rock You (dei Queen), Lifted Up (dei Passion Pit) o Rather Be (dei Clean Bandit).
Ama il passato, gioca il futuro.
Dopo molti anni di sofferenze, possiamo finalmente dire che Pro Evolution Soccer 2016 (PES 2016) si è lasciato indietro il proprio calvario di errori. Il capitolo dell’anno scorso ha creato un punto di inflessione e quello di quest’anno si presenta finalmente come una rinascita. Il gioco rende onore al suo motto di amare il passato di giocare il futuro, senza nessun tipo di inganno: è come se PES 6 fosse tornato dal cimitero dei giochi e si fosse ricreato con la tecnologia attuale. La serie non poteva scegliere un modo migliore per celebrare il suo 20º anniversario.
Conclusione.
Non godevamo così tanto con un Pro Evolution Soccer 2016 dai tempi di PlayStation2. Ci sono sicuramente aspetti in cui si può ancora migliorare, ma i controlli brillano nuovamente di luce propria e questo segna una grandissima differenza. Ora non ci rimane che aspettarci sempre di più.