Europa e Stati Uniti hanno finalmente nei negozi Fairy Fencer F, il nuovo gioco di ruolo dello studio Compile Heart. Arriva nei due mercati quasi un anno dopo l’uscita della versione giapponese e poco dopo la conferma dello sviluppo di un seguito per PlayStation 4, che si spera arrivi l’anno prossimo.
Per il seguito conteranno nuovamente con lo stesso lussuoso team con cui hanno lavorato a questo episodio: Nobuo Uematsu per quanto riguarda le musiche e Yoshitaka Amano al comparto artistico.
La battaglia degli dei
Molto tempo fa, una dea di buon cuore ed un dio malvagio hanno confrontato le proprie forze in una grande battaglia che avrebbe determinato il destino del mondo. I loro corpi finirono trasformati in statue di pietra, ed i loro poteri sigillati mediante un grande numero di spade, chiamate “Fury”, che oggi sono sparse in diversi punti del mondo. Possedere una di quelle armi permette di sbloccare una delle corde che tiene legato ogni dio, per cui in mano ad ogni “Fencer” (persona che possiede una delle spade), c’è la possibilità di aiutare un dio o un altro.
Fang è un ragazzo normale, amante del cibo ed un po’ pigro che per un capriccio del destino finisce per ritrovarsi tra le mani una di quelle “Fury”. Tutte queste armi ospitano al loro interno una fata “Fairy” e quella che risiede nella sua spada risponde al nome di Eryn, ha la personalità di una quindicenne con molta illusione verso il mondo e parla più di quanto Fang possa sopportare. Sembra che questa fantastica creatura abbia perso tutti i suoi ricordi, ma ha sempre ben chiara la sua missione, liberare la dea dal buon cuore raccogliendo circa 100 spade. Dopo un riuscito ricatto emozionale, il protagonista di quest’avventura finisce per accettare di essere la persona che la aiuterà a riuscire nella sua impresa.
Come potete vedere, la trama di Fairy Fencer F non è per niente male fin dai primi momenti. Purtroppo si finisce per ricadere in parecchi cliché del mondo dei giochi di ruolo, come gli dei e le spade magiche, ma la possibilità di liberare un dio o l’altro così come il grande numero di “Fury” esistenti danno una certa profondità alla questione. Man mano che l’avventura va avanti però lo sviluppo della storia diventa un po’ monotono a causa della scarsa varietà di opzioni che offre il titolo a livello di giocabilità, anche se vedremo più dettagliatamente questo aspetto in un altro paragrafo.
Un’altra cosa che potrebbe essere stata sviluppata maggiormente è la personalità dei diversi protagonisti, piatti e molto tipici degli anime e dei giochi di questo tipo: la figona, la ragazza tettona che ha sempre caldo e dimentica sempre di indossare dell’intimo (un fanservice in puro stile manga), il ragazzo che se ne frega di tutto, il ragazzo un po’ raro che parla poco ecc. Le diverse situazioni e gli atteggiamenti dei personaggi sono chiaramente orientati a soddisfare il pubblico giapponese e la maggior parte dei dialoghi sono prevedibili e carenti di alcun interesse.
Poco spazio per il gioco
La dinamica di gioco di Fairy Fencer F è molto simile a quanto già visto in altri titoli del genere come Time and Eternity o la saga Atelier, con una città principale che fa le veci del centro operativo e molti dungeon non collegati tra loro in cui andiamo solo per compiere missioni principali e secondarie. Il problema è che questa formula di gioco è stata portata (in questo caso) ad un estremo che fa si che la giocabilità di questo gioco non sia per niente attraente.
Non sappiamo se è per mancanza di tempo, di personale o di budget, ma le zone in cui possiamo giocare sono molto scarse. La città di cui si parlava prima non è sviluppata e ci muoviamo tra i diversi luoghi mediante un meno con diverse opzioni. Non è stata creata nemmeno una mappa del mondo e dobbiamo solo selezionare il punto in cui vogliamo andare per arrivarci istantaneamente. Infine i dungeon, che sono l’unico luogo in cui possiamo muoverci liberamente, hanno quasi sempre una dimensione ridicola che fa in modo che possano essere completate a tempo record.
Lo sviluppo della storia principale, anziché risolvere questi problemi di giocabilità, li rende più gravi iniettando alte dosi di monotonia. Una volta ottenuta la prima “Fury” la dinamica è sempre uguale, una visita alla città ed un nuovo luogo dove andare per trovare la seguente spada, e così via. Tutto questo, interrotto da continui dialoghi (a volte troppo lunghi) che sono quelli che fanno in modo che il titolo duri diverse ore, perché come abbiamo già detto i momenti in cui usiamo il gamepad per fare qualcosa che non sia premere il tasto “Avanti” sono davvero poche.
Non aiutano nemmeno le missioni secondarie. Solo aggiungono nemici più forti in luoghi che abbiamo già visitato o alcune sfide di caccia o raccolta oggetti. Com’è d’abitudine in questo genere, sarà fondamentale compiere alcune di queste missioni per ottenere soldi per comprare un equipaggiamento migliore e oggetti per curarci, anche se, se abbiamo un po’ d’esperienza con gli jRPG possiamo prendere due piccioni con una fava e compiere missioni quasi senza volerlo. Purtroppo Fairy Fancer F si rende specialmente noioso quando dobbiamo tornare nei luoghi solo per fare farming.
Il cerchio indica la strada
Purtroppo sono molto pochi i lati positivi che abbiamo trovato in questo gioco di Compile Heart, ed il sistema di combattimento non è tra questi. I combattimenti sono a turni, ma sia i protagonisti che i nemici possono camminare nello scenario dentro un cerchio di movimento la cui dimensione dipende dal personaggio. I nostri attacchi e magie avranno un range diverso, perciò sarà fondamentale posizionarsi correttamente per fare male ma non riceverlo. Volendo fare un paragone con giochi conosciuti diremmo che è come un Fire Emblem o un Final Fantasy Tactics ma con movimento libero anziché a caselle.
Luci e ombre, ombre, ombre…
Arriviamo ad un reparto che prometteva di non fallire: la colonna sonora.
Da Compile Heart avevano le idee chiare, quest’elemento doveva essere perfetto, e così hanno deciso di chiamare uno dei pesi massimi negli jRPG, Nobuo Uematsu ha avuto l’incarico (assieme al suo gruppo rock “Earthbound Papas”) di curare le musiche di un gioco che zoppica da troppi lati. Come ci si poteva aspettare, qui abbiamo davvero un prodotto di ottima qualità, anche se non passerò alla storia come uno dei capolavori del compositore giapponese. Qualche pezzo epico, come quella del mappamondo, ed altre più melodiche e sentite sono sufficienti per risvegliare in qualsiasi giocatore un minimo d’interesse per il gioco.
Guardando più approfonditamente il reparto sonoro, c’è da puntualizzare che è stato fatto un buon lavoro con il doppiaggio in inglese e che è una buona cosa il fatto di poter scegliere in ogni momento dell’avventura la lingua delle voci. Un nuovo punto a favore che rimane però un po’ danneggiato dalla scarsa varietà di effetti sonori durante i combattimenti e i dungeon. Ad ogni modo possiamo dire che dal lato sonoro è stato fatto in generale un buon lavoro.
Il reparto grafico di “Fairy Fencer F, purtroppo, è degno di essere messo come esempio negativo in un corso di sviluppo videogiochi. Prima di cominciare la critica però dobbiamo puntualizzare che sia il disegno dei personaggi che il reparto artistico (con la collaborazione stellare di Yoshitaka Amano) sono geniali, ed anche se sono ben lontani di salvare il disastroso risultato finale, sono una delle più brillanti luci di un videogioco che non passerà alla storia come modello a seguire.
Ebbene, tornando al punto anteriore, Fairy Fencer F presenta un comparto grafico più da un gioco di PlayStation 2 con filtro HD che di fine generazione PlayStation 3. Potremo persino vedere dei tagli netti in qualche primo piano dei personaggi, il che è difficile da comprendere di questi tempi. I dungeon hanno un livello di dettaglio imbarazzante, eccetto qualcuna un po’ più curata che può anche salvarsi, cosa che sommata a quanto sono piccole ci lascia una terribile sensazione di menefreghismo.
Certo non è un dramma giocare con grafici di 10 anni fa per qualche giorno. Ciò che è davvero imperdonabile è che l’esperienza di gioco, nei dungeon come nei combattimenti (che sono i posti dove prendiamo il gamepad), è assolutamente orribile. Il motivo? Un framerate che si aggira tra i 15 e i 20 fps la maggior parte del tempo. La giocabilità si vede tremendamente danneggiata da questa permanente sensazione di giocare a una cosa con un lag enorme. E credeteci quando diciamo che uno non finisce mai di abituarsi all’orribile sensazione che la telecamera si muova a scatti. Un’altra volta, inaccettabile.
Dimentichiamo questo scivolone
Fairy Fencer F è un titolo prescindibile. Compile Heart si è preoccupata di cercare due figure importanti come Nobuo Uematsu e Yoshitaka Amano, ma si è dimenticata che alla fine la cosa più importante in un videogioco è che il giocatore possa giocarlo. Certo che possiamo trovare cose positive in questo sviluppo, ma sono poche e rimangono completamente eclissate dagli innumerevoli errori che possiamo trovare durante l’avventura. A proposito, come ve la cavate con l’inglese? I testi in qualche occasione hanno una difficolta alta.
Fortunatamente PlayStation 3 si è fatta negli anni un catalogo di jRPG invidiabile, per tutti i gusti e con grandi gioielli come Ni No Kuni o Tales of Xillia. Attualmente ci sono molti giochi di questo genere da giocare prima di Fairy Fencer F, percui sarebbe consigliabile che prima di comprare questo gioco avessi bene in mente i pro e i contro che troverai in quest’avventura. Un buon reparto artistico e sonoro contro la giocabilità frustrante, grafici antiquati ed una grande scarsità di zone da esplorare sono solo alcuni degli elementi di cui dispone questo gioco.
Fairy Fencer F
48,98 €Pro
- Storia ben elaborata
- Colonna sonora azzeccata e scelta delle voci
- Art Design eccellente
Contro
- Scarse zone giocabili
- Dungeon piccoli, poco dettagliati e senza interesse
- Sistema di combattimento poco curato
- Inglese un pò difficile in qualche occasione
- Giocabilità orribile con framerate imbarazzante