Finalmente è arrivato Assassin’s Creed Syndicate, e ovviamente non potevano mancare le nostre impressioni sul capitolo annuale della saga.
La nebbia di Londra pare l’alleata ideale per Evie e Jacob Frye, i protagonisti di Assassin’s Creed Syndicate. In questa recensione cerchiamo di dirvi se vale la pena o no scommettere quest’anno sulla lotta contro i templari su PlayStation 4, Xbox One e PC.
L’astio pare aver pervaso i fan della serie Assassin’s Creed, che anno dopo anno vedono come ancor auna volta non viene presentato un gioco rivoluzionario all’altezza del mitico Assassin’s Creed II. L’anno scorso, l’abbondanza di bug in Assassin’s Creed Unity è sembrata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, quindi questo nuovo capitolo porta inoltre il peso di doversi riscattare e riuscire finalmente a fare pace con i fan. Ci sarà riuscito?
La situazione richiedeva cambiamenti nelle premesse. Per questo, in Assassin’s Creed Syndicate abbiamo un nuovo scenario, la Londra del 1868; e nuovi protagonisti, i gemelli Evie e Jacob Frye. Si, questa volta saranno due i protagonisti, che condivideranno le missioni. Ne parleremo più avanti. C’è anche un notevole cambiamento nella proposta di quest’anno: non c’è il multi giocatore né opzioni online di un qualsiasi tipo (fatta eccezione per alcuni acquisti opzionali, totalmente trascurabili con l’avanzamento del gioco), tutto il protagonismo va alla storia principale. In questo modo, con la massima attenzione all’esperienza per un singolo giocatore, iniziamo col piede giusto.
Il resto non si allontana molto da ciò a cui ci ha abituati la serie. Il progresso in Assassin’s Creed Syndicate è diviso in sequenze (nove questa volta), ognuna di esse avrà al proprio interno varie missioni. Come in ogni sandbox che si rispetti, oltre alle missioni principali saranno disponibili anche una grande collezione di sfide opzionali. Nella categoria dei collezionabili troviamo gli errori di Helix (se ne troviamo abbastanza potremo conoscere la storia di alcuni personaggi vincolati ai precedenti protagonisti, come il padre di Ezio Auditore), antiche bottiglie di birra, fiori secchi (con questi otteniamo nuovi colori per i nostri abiti), illustrazioni antiche e dei sigilli in pietra. Se li troviamo tutti, apriremo una misteriosa macchina…
Il resto delle missioni secondarie, al di là degli eventi casuali (inseguire un ladro, fermare una rissa), vengono presentate da personaggi storici. E c’è un vero festival di celebrità! Queste missioni sono di ogni tipo: inseguire qualcuno, spiare, assassinare, indagare su dei crimini… La cosa interessante è che, più missioni di un determinato personaggio supereremo, e maggiore sarà la nostra affinità ottenendo ricompense di tutti i tipi.
Una bella coppia di gemelli
Tutte queste missioni possono essere svolte da Jacob o da Evie, la scelta è nostra. Ciò nonostante, le missioni principali avranno come protagonista uno dei fratelli predefinito. I Frye hanno infatti caratteri molto diversi: Jacob è un ragazzo impulsivo, vuole sbarazzarsi di tutti i templari presenti a Londra. Evie invece è più riflessiva e il suo obiettivo è trovare il Sudario dell’Eden, una nuova reliquia di “Coloro che sono arrivati prima”, questa reliquia è, ovviamente, anche nel punto di mira del grande maestro templare di Londra, il perfido Crawford Starrick. La relazione tra i due, la loro complicità, le loro “liti” e le loro differenze personali sono buona parte della trama. Questo li rende protagonisti molto meglio rifiniti rispetto ad alcuni dei precedenti capitoli come Edward Kenway e, soprattutto, Arno Dorian.
Non solo il loro carattere è diverso. Evie è specializzata nell’infiltrazione e Jacob negli scontri e, anche se entrambi possono fare tutto, man mano che sbloccheremo nuove abilità vedremo le differenze nei controlli. Per esempio, Jacob è capace di spaventare gli avversari quando stermina i loro compagni e Evie può ridurre di molto la propria notorietà quando rimane ferma. Molti hanno detto che quest’abilità di “rendersi invisibile” di Evie rompe la magia, ma vi assicuriamo che è una manovra ben strutturata, che inoltre viene sbloccata verso la fine del gioco. È molto simile a quando Big Boss si sdraia in “Metal Gear Solid V: The Phantom Pain”.
Le loro abilità comuni sono molto simili a quelle che possedeva Arno in Assassin’s Creed Unity: possiamo praticare parkour in modo fluido, premendo solamente un paio di tasti, anche se non sempre si muovono verso la zona o la direzione in cui vorremmo. L’occhio d’aquila può distinguere con una precisione assoluta i nostri obiettivi e altri indizi e si mantiene attiva anche se ci muoviamo, a patto di mantenere in profilo basso. In questo senso c’è un grande vantaggio: premendo un solo pulsante possiamo passare dal mantenere un profilo basso o muoverci normalmente. Questa possibilità rende molto quando dobbiamo assassinare qualcuno.
L’altra novità è anche la più grande: finalmente abbiamo un rampino! Con questo nuovo strumento possiamo decidere di andare su un qualsiasi cornicione o cupola a patto che sia nel nostro raggio d’azione. Questo ci permette non solo di passare orizzontalmente da un cornicione all’altro, ma anche di scalare da terra a gran velocità. Per esempio, è possibile passare sopra al Big Ben con un singolo sparo. L’inclusione di questo strumento ha generato parecchie polemiche. Distrugge questo l’esperienza di Assassin’s Creed di “conquistare” i palazzi? Beh, diciamo che lo rende più facile. In fin dei conti, ci sono comunque un sacco di occasioni in cui è indispensabile muoversi col parkour. Noi personalmente abbiamo gradito l’inclusione di questo nuovo gadget, dato che rende l’esperienza più dinamica e serve per alcuni collezionabili. Sembra una copia spudorata di quello dei vari Batman: Arkham? Beh, non vi mentiremo, si.
Tutti a bordo!
Un altro cambiamento importante nelle nostre scorrerie in Assassin’s Creed Syndicate è l’inclusione delle diligenze. So trovano un po’ in tutta la città, sia fermi che in moto e possiamo “assalire” qualsiasi di loro, in pieno stile GTA, per poi guidarli. Essenzialmente, i controlli sono molto semplici: un grilletto accelera e un altro frena. Inoltre, c’è un tasto dedicato a dare una brusca accelerata e un altro per investire lateralmente un’altra diligenza. Inoltre, una “linea GPS” nella strada ci indicherà il tragitto più breve verso il nostro obiettivo. In questo modo possiamo spostarci agevolmente a Londra, ma le diligenze non sono solamente un modo per agevolare i nostri spostamenti. Da questi potremo infatti sparare ai nostri nemici (il che rende possibili alcune sequenze con inseguimenti più degne del far west che d’Inghilterra) o salire sul tetto in piena corsa per saltare su una diligenza vicina. I Frye somigliano un po’ a Tom Cruise!
In sintesi, l’uso delle diligenze è un’aggiunta piuttosto interessante, anche se hanno un logico contro: sono così macchinosi che, se solo ce ne sono due o tre sul nostro cammino (cosa abbastanza comune), ci scontreremo molto facilmente. Dominare la loro inerzia richiede un po’ di tempo.
Un altro cambiamento che hanno voluto potenziare sono i rapimenti. Possiamo avvicinarci a qualsiasi nemico alle sue spalle e, anziché ucciderlo, prenderlo per un braccio e portarlo via con noi. In questo caso, possiamo camminare o correre quanto vogliamo con lui appresso, a patto che lo picchiamo ogni tot di tempo per tenerlo buono. Mentre portiamo qualcuno in questo modo, siamo meno in vista dalle guardie, ma dobbiamo camminare piano per ridurre il nostro “cerchio di notorietà” e non sollevare sospetti.
Tu e chi altro?
Passiamo a un altro cambiamento, la gestione del nostro gruppo. Dai tempi di Ezio ci siamo affidati alla Fratellanza, che poteva darci una mano durante le missioni. In Assassin’s Creed Syndicate abbiamo qualcosa di simile, ma più naturale. Ci spieghiamo meglio: Londra è in mano ai Blighters, una banda che simpatizza coi templari. Jacob vuole che una banda creata da lui, i Rooks, li stermini. Inizialmente non avremo nessun Rook dalla nostra parte, ma avanzando nelle missioni di conquista del territorio (uccidere personaggi chiave, rapirne altri), libereremo alcune aree di Londra dall’influenza dei Blighter e troveremo dei Rooks in strada, che possiamo reclutare “al volo” semplicemente premendo uno dei grilletti sul controller. Questi ci seguiranno ovunque andiamo e potremo anche impartire ordini semplici come aspettare o attaccare. La cosa interessante è che sarà possibili anche aumentare le abilità dei Rooks investendo dei soldi su di loro: renderli migliori combattenti, fargli avere maggiori risorse, ottenere diversi tipi di personaggio…
Come dicevamo, la chiave è la conquista dei territori. Le liberiamo tutte le frazioni di una determinata area di Londra (ci sono il Tamigi o la City, per esempio), potremo iniziare una guerra tra bande. Basicamente è una lotta senza tregua in cui tutti i Blighters affrontano tutti i Rooks, ovviamente con noi a dare una mano e dando la caccia al leader della loro fazione. Una volta ucciso il leader, quel distretto di Londra sarà liberato. Le guerre tra bande sono opzionali, ma per accedere alla sequenza 8 di Assassin’s Creed Syndicate è necessario aver liberato almeno 3 distretti. Inoltre, è vantaggioso dedicar loro un po’ di tempo, perché riduciamo di molto la presenza dei Blighters nelle strade e potremo presenziare ad alcuni duelli speciali. Per esempio, durante una battaglia utilizzeranno dardi narcotizzati per rendere nemici i nostri alleati…
In Assassin’s Creed Syndicate è molto importante fare attenzione al nostro livello e a quello dei nostri avversari. Ogni area ha nemici di un determinato livello (contrassegnato da un numero). Se il livello dei nemici è superiore al nostro, il gioco ci consiglierà di migliorare le nostre abilità prima di entrarci. E certamente, si nota, dato che i rivali saranno molto più resistenti e pericolosi se non stiamo attenti a questo equilibrio.
Tutto questo ci porta al sistema di combattimento. Non ci gireremo molto intorno: è sempre “scialbo” come negli anni scorsi. Essenzialmente, possiamo attaccare, contrattaccare (quando la barra della salute si illumina di giallo) o rompere le difese di quelli che parano. Questo permette varie combinazioni, ma il combattimento appare sempre molto artificiale, perché l’IA dei nostri nemici è abbastanza bassa e aspettano il proprio turno per attaccare. Certamente ci sarebbe bisogni di reinventare queste meccaniche nei capitoli futuro… Ciò che invece diremo a loro favore è che sono stati scelti bene la maggior parte degli strumenti e gadget che avremo a nostra disposizione. Ce ne sono di meno e più efficienti: fumogeni, dardi allucinogeni, la pistola e i coltelli da lancio (oltre al fido fischio per richiamare l’attenzione) sono i classici che conosciamo, ma vengono aggiunti anche i kukri, il bastone con lama (è l’arma col raggio d’azione maggiore nel corpo a corpo) e il tirapugni. Quest’ultimo è più veloce ma poco efficiente, quindi probabilmente tutti finiremo con l’usare i kukri o il bastone. Infine, abbiamo la nuova e divertente bomba voltaica, che lanca una scarica capace di lasciare K.O. per un paio di secondi tutti gli avversari nelle vicinanze. E fa anche parecchio danno.
Tutte queste possibilità possono essere migliorate guadagnando soldi o salendo di livello. Per esempio, possiamo imparare a concatenare migliori combo finali o finire simultaneamente vari nemici che si trovano nello “stato moribondo” (in punto di morte). Giocare coi diversi miglioramenti per il nostro personaggio (salendo di livello, entrambi guadagnano punti abilità, ma vengono assegnati singolarmente a ciascuno dei due) dona abbastanza varietà alla dinamica dei combattimenti, a non riesce a nascondere le pecche di questo sistema. Come già detto, è bello migliorare i nostri personaggi, ma non è così tanto bello il risultato dei combattimenti.
Infine, abbiamo un punto chiave di ogni sequenza di Assassin’s Creed Syndicate: uccidere il templare capo del momento. Come nell’anteriore capitolo, prima di lanciarci addosso a quest’ultimo, ci viene data la possibilità di approfittare dei personaggi nella zona per eseguire assassinii speciali: rubare la chiave di un vigilante per infiltrarci, convincere qualcuno ad aiutarci… Questa volta è ancora più importante prendere sul serio questi vantaggi, perché rendono molto più facile la missione e, non bastasse, danno un maggior peso all’infiltrazione, il che rende l’esperienza più divertente. Inoltre, questi aiuti secondari sono molto meglio indicati nell’interfaccia, il che aiuta a non sentirci smarriti come in Unity.
Ritorno al futuro
Una delle incognite meglio custodite finora era cosa si sarebbe mostrato in Assassin’s Creed Syndicate per quanto riguarda il presente. In AC Unity avevano deciso di passarci proprio di striscio con un paio di brevi filmati, senza chiarire cosa diavolo stava succedendo a Juno e cosa avrebbero fatto a riguardo Shaun e Rebecca. Questa volta, proprio come promesso dagli sviluppatori, vengono forniti molti dettagli… Ma nuovamente sotto forma di video. Non ci sono gameplay nell’epoca del presente, ma i video sono molto più lunghi e dettagliati. Infatti, verso la fine vengono scoperti dei dettagli molto importanti sui piani della Abstergo per “Coloro che sono venuti prima”.
In questo senso, il database che possiamo consultare nel menu di pausa è molto, molto completo e può aiutarci a fare chiarezza su ciò che è successo finora con tutti i personaggi. Ma c’è un altro modo di indagare sulla trama del presente… Esiste un compito molto particolare dentro alla mappa di Londra. Se troviamo il luogo giusto, possiamo viaggiare verso un “capitolo speciale” in cui scopriremo cose importanti sulla storia e qualche personaggio nuovo e sorprendente. Non vi forniremo altri dettagli…
God Save the Creed
Un altro dei punti chiave in Assassin’s Creed è l’ambientazione. Precisamente una delle carenze di Unity è che mostrava gli avvenimenti della Rivoluzione Francese, ma lo faceva in modo deludente. Questa volta in Assassin’s Creed Syndicate hanno deciso di prendere tutte le sfumature culturali dell’epoca: le locomotive (la nostra base è, questa volta, un treno in moto!), gli effetti della Rivoluzione Industriale, la cultura dei pub… e soprattutto, i personaggi storici! Inghilterra è stata culla di un sacco di menti brillanti e quell’epoca è stata particolarmente “produttiva”, quindi Jacob ed Evie incrociano sul loro percorso personalità che un po’ tutti abbiamo studiato a scuola: Graham Bell, Charles Dickens, Charles Darwin o Karl Marx sono alcuni degli “invitati speciali”, ma ce ne sono molti altri! Molte delle loro missioni hanno a che vedere con la loro personalità. In questo modo ci possiamo trovare ad aiutare Darwin a confermare le sue teorie o a cercare fantasmi per conto di Dickens.
In modo particolare, ci tengo a sottolineare la risoluzione di crimini per conto di un bambino di nome Arthur Conan Doyle (Che successivamente sarà il creatore di Sherlock Holmes, per chi non lo sapesse). Queste indagini erano già presenti in AC Unity, ma qui sono state migliorate e per niente semplici. Diventa davvero divertente risolvere i casi e vedere come Conan Doyle diventa euforico con il nostro utilizzo del metodo deduttivo.
Più missioni secondarie facciamo per questi personaggi e più ne sapremo sul loro conto, oltre ad aumentare l’affinità nei nostri confronti, il che servirà a sbloccare nuovi abiti o armi. L’apporto dei personaggi storici sono uno dei pilastri più solidi del gioco. Ovviamente ci saranno anche personaggi inventati per l’occasione, come l’assassino Henry Green (ultimo membro della setta che rimaneva a Londra) o il precedentemente citato perfido Crawford Starrick.
Un altro grande protagonista di Assassin’s Creed Syndicate è, ovviamente, la città. È davvero una goduria vedere come hanno riprodotto gli iconici luoghi di Londra in modo preciso e, ovviamente, vedere come entrano a far parte integrante di alcune missioni del gioco. La stessa cosa succede con le strade, piene di pubblicità vintage e di persone di ogni estrazione sociale: damigelle dell’alta società, bambini con le pezze trattati come schiavi nelle fabbriche, ubriaconi vicino ai pub… Inoltre dobbiamo tenere conto in questo ecosistema delle forze dell’ordine che, anche se inizialmente non saranno contro di noi, agiranno se ci vedranno creare casini. E credeteci, picchiano davvero duramente. Ovviamente è presente anche la guardia reale inglese coi loro caratteristici cappelli bearskin. Ancora una volta però, il punto debole è nell’IA, che anche se trasmettono una sensazione di “vita” visti in gruppo, sono davvero stupidi se facciamo un po’ d’attenzione.
L’illuminazione è un altro dei punti forti. Gli effetti di luce solare e nebbia mentre ci muoviamo in strada sono davvero incantevoli e danno luogo ad alcune immagini degne di una cartolina. Il clima è dinamico e possiamo vedere come ci cade addosso davvero una secchiata d’acqua (un po’ pochi per essere l’Inghilterra) mentre ci muoviamo nelle buie stradine di White Chapel. La stessa cosa succede coi primi piani dei personaggi, animati mediante la cattura dei movimenti facciali e pieni di dettagli. Incomprensibilmente, tutto ciò che concerne dei peli (baffi, pettinature, barbe) non convincono molto, ma il resto è davvero bello da vedere, specialmente per quanto riguarda i personaggi storici.
Ancora bug?
Ebbene sì, in Assassin’s Creed Syndicate è presente qualche bug. Il principale scoglio tecnico sono i cali di frame rate. Non è che siano proprio continui, ma in alcune circostanze (per esempio, quando ci sono molte diligenze in giro) sono abbastanza notevoli. Sono parecchio noiosi, ma occorre dire che non sono costanti o noiosi come lo erano in AC Unity. Dobbiamo puntualizzare che abbiamo giocato con la patch di lancio già installata, quindi sarà un’esperienza identica a quella che avrà chiunque.
Altri errori sono il clipping o occasioni in cui personaggi secondari rimangono incastrati o camminano dove non dovrebbero. Niente di troppo serie (per il momento non ci siamo trovati davanti a nessun viso distrutto), ma in quei momenti si perde parecchio realismo. Come commentavamo prima, risulta a volta abbastanza noioso che nel far parkour il nostro personaggio, a causa della posizione della telecamera, vada verso sinistra anziché in giù o si rifiuti di mollare una presa. Nuovamente, non sono cose che succedono sempre, ma sono errori da evitare in futuro.
Per quanto riguarda il sonoro, come al solito troviamo un doppiaggio eccellente, con menzione d’onore ai protagonisti e ad alcuni personaggi secondari tra cui Starrick e Darwin. A causa dell’abitudine della serie di far parlare ai personaggi non giocabili la loro lingua originale, è un po’ strano sentire alcuni che parlano in inglese molto british e altri in italiano, ma è parte della tradizione di questa serie…
C’è un ma, e infatti ci sarebbe da lamentarsi della poca varietà di frasi che i secondari esprimeranno in base alle circostanze. Provate a rapire qualcuno e lo sentirete ripetere la stessa frase ogni 15 secondi. Per quanto riguarda la musica, è molto ben integrata, ma a tratti un po’ ripetitiva.
Il ritorno dell’Occhio d’Aquila
Nonostante tutti questi errori e del fatto che, in fondo, non ci sono idee troppo rivoluzionarie, siamo più che soddisfatti da Assassin’s Creed Syndicate che dai precedenti capitoli recenti. Il motivo è che finalmente c’è un po’ di ciò che cerchiamo in questa saga: storie interessanti, che mischiano il vero col fantastico, accompagnate da un po’ di varietà nella proposta del gioco e con personaggi carismatici. Che, no, non sono fighi come Ezio (non ci riusciranno mai, fatevene una ragione!), ma hanno un proprio percorso e allo stesso tempo portano avanti degnamente l’eredità della serie. Ci sono molti riferimenti agli altri giochi e all’importanza dei loro personaggi, che piaceranno moltissimo a coloro che seguono la serie fin dal primo capitolo.
Un altro aspetto che abbiamo apprezzato è che non abbiano provato a forzare una modalità multiplayer o forzieri che possono essere aperti solo con l’app del gioco. Qui TUTTO può essere goduto con la modalità storia, senza scaricare niente (beh, sarebbe stato bello avere anche il DLC di Jack lo Squartatore, ma non fa parte della trama del gioco). Permettendoci comunque (se lo vogliamo) di spendere soldi veri per comprare punti abilità per i nostri personaggi, ma non c’è niente che non possiamo ottenere col nostro sforzo.
È migliorata anche la narrativa. Non solo per il carisma dei personaggi, ma anche perché vengono spiegate meglio le loro motivazioni (ora abbiamo voglia di conoscere il padre di Jacob ed Evie!) e il peso che hanno nel gioco. Crawford Starrick è un templare perfetto, orgoglioso, pedante, che inizialmente pare intoccabile. L’alternarsi delle missioni dei suoi compagni, lontane dal confondere, aiutano a capire cosa succede in ogni momento. La durata della storia è simile a quella degli scorsi capitoli (in media avrete bisogno di circa 20 ore per superarla) e dopo averlo fatto avrete completato a malapena il 50% di ciò che Assassin’s Creed Syndicate offre.
In definitiva, Assassin’s Creed Syndicate è un videogioco notevole, con buone idee e ben indirizzato. Forse, siccome riponevamo poche aspettative su di lui, siamo stati maggiormente sorpresi, ma vi assicuriamo che vale la pena di vedere oltre i bug e i pregiudizi e saper godersi il suo viaggio. Non è perfetto, e nemmeno ci si avvicina, e nemmeno crediamo che convincerà coloro che non amano la saga, ma di sicuro non dispiacerà a coloro che hanno usato la lama celata dai tempi di Altair e sapranno dargli un’opportunità.