Blizzard ha deciso di entrare alla grande nel mondo degli shooter con una proposta unica e competitiva con un tocco di MOBA che cerca di sconvolgere il genere.
Dalla prima partita che abbiamo visto, qualche minuto dopo la presentazione da parte di Blizzard alla BlizzCon 2014, sapevamo che con Overwatch stava arrivando qualcosa di grande.
Nato dalle ceneri di TItan, questo progetto, guidato dalla saggia direzione di Jeff Kaplan, ha saputo come diventare un FPS divertente, accessibile e attraente che tutto il mondo vuole giocare.
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Uno di quei giochi che finisco col provare anche se non sono del tuo genere. E risveglia quella sensazione che nella maggior parte della community gamer è un successo poco comune. Overwatch è per meriti proprio il gioco del momento. Ma Overwatch ha molte più virtù sotto a questo riassunto estremamente breve. Per definizione è uno shooter a squadre, uno che ha saputo ergersi a erede di classici estemporanei come Team Fortress, Quake III e i migliori Call of Duty e raccogliere elementi più attuali dei MOBA che hanno tramutato il genere: counterpicking, abilità, tempi di cooldown, Ultimte e combinazioni di eroi per disegnare strategie di squadra, potenziarsi o eliminare debolezze.
Infatti i veri protagonisti di Overwatch, i suoi eroi (o meno eroi) sono più che diversi tra loro. Sono unici. Giocare con ognuno degli eroi che presente il gioco offre un’esperienza diversa per ciascuno, diversi modi, diversi avvicinamenti al FPS.
Alcuni dei personaggi potrebbero essere da soli i protagonisti dei loro stessi giochi e farebbero un figurone. Dietro a ogni eroe c’è una storia. In alcuni è più evidente che in altri, ma tutti evidenziano alcuni fattori nelle proprie meccaniche che ci ricorderanno altri giochi, altri personaggi, altri generi che hanno finito con l’assimilare. E in base a questi, del nostro modo di giocare e della propria abilità, dobbiamo scegliere tra tutti i personaggi per massimizzare il nostro apporto alla squadra.
Soldato 76 sarà il pick standard di ogni giocatore di Call of Duty (o shooter moderno) per la sua velocità di movimento, cadenza di tiro, fuoco alternativo e capacità di rigenerazione. In Pharah i veterani troveremo il tributo più sincero che si potrebbe fare al Rocket Launcher di Quake III Arena e il puntamento predittivo al suolo dall’altezza, Reaper prende nelle proprie pistole l’influenza di ogni fucile a canne mozze super potente che tu possa ricordare (come quella del primo Gears of War, per esempio) con danni esagerati a distanza ravvicinata, Widowmaker è il sogno di ogni camper di Battlefield per via della sua efficacia, visione a infrarossi o mobilità per scappare quando viene sorpresa, o Bastion, così odiato quanto debole contro un counterpick intelligente o con esperienza, che trasforma questo personaggio nella tipica torretta fissa dello scenario che utilizziamo momentaneamente e poi abbandoniamo. Persino gli stili così poco abituali in un FPS come il corpo a corpo o melee, sono presenti in ciò che Overwatch ha raccolto e integrato per compattare i diversi ruoli. Attacco, difesa, costruttori, supporto, tank, healers, ogni eroe del gioco ha un compito da assolvere (anche se a volte non è il più ovvio= e meccaniche da esplorare nelle cui applicazioni vediamo novità ogni giorno grazie all’ingegno della comunità.
Per quanto riguarda la giocabilità e le meccaniche di uno shooter competitivo, Overwatch è pressappoco perfetto. Equilibrato, accessibile, profondo. Blizzard dà di nuovo un senso al “easy to learn, hard to master” con una continua sensazione di ricompensa e utilità nel gruppo a ogni partita, anche nelle sconfitte. Diversi ruoli dove incastrare ogni profilo di giocatore e con controlli solidi e con ottima risposta. Lo schema di controllo si presta al mouse e tastiera, e quindi alla versione per PC, come la più consigliata, ma Blizzard ha fatto un ottimo lavoro con il mappare i controlli anche coi controlli di PS4 e Xbox One (e anche su PC se si preferiscono i controller), conservando un controllo con lo stesso potenziale anche per i giocatori di FPS su console.
Sulla carta ogni eroe dispone di un fuoco principale, uno secondario, due abilità e una Ultimate che carica pian piano. Appena un paio di minuti nella scheda del personaggio (che può essere consultata prima di sceglierlo) saranno sufficienti per conoscere le sue particolarità e come impersonarlo al meglio. E questo è tutto ciò che occorre sapere quando si gioca per la prima volta a Overwatch. Il resto lo farà la pratica. È importante essere conseguente con le nostre scelte, perché il roaster di eroi è ampio, e ognuno di essi ha una skillcap o un’abilità del giocatore, richiesta e raccomandata prima di giocarlo.
Con poca esperienza nel genere o non troppa abilità si consiglia di cominciare con personaggi come Reindhart, Törnbjorn, Bastion, Winston, Soldato 76, D.Va o Zarya, per giocatori con un po’ più di esperienza si consigliano Mei, Mercy, Reaper, Lucio, Symmetra, Junkrat o Roadhog e altri più esigenti ma su cui può valere la pena spendere qualche ora a imparare, Pharah, Widowmaker, Genji, Hanzo, McGree, Tracer o Zennyatta. Scegliere un personaggio avanzato troppo presto può portare alla frustrazione, specialmente se ancora non si è assimilata la principale massima di Overwatch: questo è uno shooter a squadre, non di lupi solitari. E in quanto tale richiede che ogni personaggio giochi in una zona della mappa in cui sfruttare al massimo i punti di forza. Un Zenyatta in prima linea non durerà più di due colpi (o uno, se fosse di Widowmaker) e la stessa cosa vale per un Reaper che cerca di fare danni dalla distanza e in campo aperto, o una Widowmaker che tenta il corpo a corpo.
Overwatch però richiede di imparare ad usare più di un eroe. Il gioco genera una versatilità di situazioni tremenda e per adattarci dovremo cambiare di personaggio. Un nano ingegnere può essere utile in situazioni di attacco, ma è una scelta quasi obbligatoria quando si tratta di difendere, ma se quando attacchiamo il team avversario risponde con torrette occorre reagire con Hanzo, Genji, Tracer e Pharah, per esempio.
È uno scambio di colpi continuo sotto forma di counter da una parte e dall’altra scegliendo personaggi fin quando non si trova una tattica che funziona e a cui l’avversario non riesce ad adattarsi, e da lì, sfruttarla fino a ottenere la vittoria. Overwatch rende reale il detto “adattarsi o morire”. Quindi per essere funzionali, dobbiamo avere una buona conoscenza ed un buon livello di adattamento, conoscendo segreti, come le ricariche veloci di Reaper o Bastion, di almeno quattro eroi. E in questo scambio continuo di colpi, come gioco di squadra, la comunicazione è fondamentale. La chat vocale con diversi canali è un ottimo strumento per pianificare strategie, realizzare cambiamenti quando qualcosa non va, chiedere consigli, aiuto o avvisare i compagni di situazioni che si stanno sviluppando. La comunicazione è così necessaria che un headset è pressappoco imprescindibile.
Il design degli scenari aiuta parecchio a sviluppare quel potenziale di counterpick per squadre. Tutte le mappe sono misurate per offrire punti dove sfruttare le abilità di tutti gli eroi: punti per camper, nascondigli, posizioni elevate, angoli morti che lasciano traiettorie in linea diretta, interni, esterni, scorciatoie ecc.
Nelle 12 mappe si nota il lavoro creativo di Chris Metzen e altri creativi Blizzard sviluppando con forza un nuovo universo, ricco, con antecedenti e transmedia. Sia carismatico che profondo da cui reinterpretare come sarebbe il mondo 300 anni nel futuro dopo una crisi e degli eroi come protagonisti ben sviluppati in personalità, motivazioni e storia (parecchio in più rispetto allo shooter medio e lontanissimi da qualsiasi modalità multiplayer) di cui il mondo ha bisogno.
Dai templi giapponesi con alberi fioriti di sakuta in Hanamura al Nepal, la festività e architettura messicana di Dorado o la chiesa vittoriana di King’s Row, la futuristica Shangai che reimmagina Torre Lijiang, la Russia meccanica e industriale di Volkaya o l’egitto faraonico del Tempio di Anubi, gli sfondi sono pieni di dettagli, easter egg, omaggi e una magistrale interpretazione dei topici di ognuno dei paesi su cui si basano (tranne il centro d’osservazione di Gibilterra, dove non sono presenti bandiere). I cartelloni con film in lancio a Hollywood, o i pannelli di ogni base Overwatch con informazioni coerenti o di background della storia. L’universo che ha creato Blizzard con la sua nuova IP è tremendamente carismatico, con ottimo gusto nello sviluppo di ogni aspetto e ben plasmato.
La colonna sonora aiuta tanto a trasportarci nelle suddette località, quasi sempre in secondo piano, che scorre a volume molto basso e che entra in azione in modo contestuale (quando l’azione cambia di ritmo) aiuterà ad aumentare l’intensità. Overwatch sfrutta bene un headset 5.1 per usare la distribuzione spaziale durante le partite: possiamo accorgerci dell’arrivo di un nemico e della sua posizione in base ai suoi passi. Se la colonna sonora è buona, il doppiaggio è magistrale. Meglio in versione inglese per il modo in cui sono stati integrati i diversi accenti (Zarya in russo, Symmetra di Medio Oriente, Widowmaker con un marcato accento francese, Hanzo o D.Va con linee in perfetto giapponese e coreano, o Tracer con le sue espressioni britanniche, ma anche la versione in italiano è di eccellente fattura.
E parlando di come il mondo è stato plasmato. Ci troviamo di fronte a uno shooter di cartoni animati. Tale e quale. Tutti gli scenari e protagonisti sembrano usciti da un film Pixar, colorati, spensierati e non per questo con minor forza o carisma. Al contrario. Nel comparto tecnico non è d’impatto come un Doom che corre a modalità Incubo (per menzionare uno dei suoi diretti avversari), ma il livello di dettaglio Epico mette a schermo e a 60 frame per secondo (o a quanto arriva la nostra scheda senza il V-Sync) e senza rallentamenti un comprato visivo molto completo (nonostante la mancanza di qualche filtro). Su console, leggeri denti di segna nella versione per PS4, ma rifiniture generali che sono abbastanza degne e non fanno brutta figura se paragonate a quelle per PC di gamma media che lo fa girare a 1080p e 60 fps fissi. I suoi requisiti su PC e la buona ottimizzazione lo rendono giocabile quasi su ogni pc (minimo un i3 con 4GB di Ram e GTX 460).
Overwatch è una bomba. Non c’è dubbio. Ma ha anche qualche punto debole. Il primo, l’assenza di modalità competitiva al lancio, che è arrivata qualche mese dopo. Il secondo punto, e più criticato, è l’assenza di una modalità campagna, che certamente sarebbe stata ben accolta. La risposta di Blizzard è che Overwatch è un videogioco maggiormente votato alle competizioni online (come lo era Quake III) ma stando alle parole di Blizzard è ancora possibile che tale modalità venga aggiunta successivamente, a patto di avere tempo e risorse. Sicuramente aiuterebbe ad approfondire la lore del gioco, che è già piuttosto ricca così.
L’investimento di tempo è ben equilibrato con le ricompense, incentiva, ma non è contundente nei premi, anzi, forse è un po’ esigua. È quasi più appagante comparire come uno dei quattro migliori giocatori della partita per aver compiuto diversi obiettivi (danni, morti, maggior cura, tempo MVP ecc) e nella ripetizione della giocata di spicco. Man mano che sommeremo esperienza vincendo partite (o almeno prendendone parte) sommeremo bonus e aumenteremo di livello, sbloccheremo scatole del bottino, una per ogni livello. Ogni scatola contiene quattro diversi bonus tra pose di vittoria, animazioni di giocate in risalto, frasi, gesti, monete in game o skin (che passano da varianti di colore a autentici design leggendari. Ma le percentuali di drop di item succulenti come possono essere le skin Leggendarie (di colore giallo) sono molto basse. Nella comunità gli utenti parlano di una percentuale di tra 10 e 15 scatole del bottino per avere un drop di skin Leggendaria, probabilità più volte verificata.
Blizzard ha abilitato gli acquisti in game con microtransazioni per acquisire scatole bottino, come confermato pochi giorni prima del lancio del gioco, senza molto clamore, ma anche se la percentuale che ci capiti un leggendario è inferiori ad altri giochi Blizzzard (per esempio Heartstone) realmente non vale la pena di investire i soldi che costano essendo solo ricompense estetiche.
L’esperienza online è eccelsa, non c’è lag, le partite si trovano velocemente, in pochi minuti, anche se siamo un gruppo con un matchmaking abbastanza adeguato per i livelli, anche il giorno di lancio non ci sono state code, con appena 20 minuti di blocco iniziale prima di prendere a funzionare. Gli aggiornamenti con nuove mappe es eroi sono completamente gratuite, e questo è un altro punto a favore per il gioco Blizzard, fatto per evitare di frammentare una comunità. Una comunità che inoltre può vedere le partite in modalità spettatore semplice e con opzioni (prima persona, terza persona, free cam) che facilitano la creazione di uno streaming o un cast a livello amateur con zero risorse.
Conclusione
Overwatch è un prepotente ingresso da parte di Blazzard nel mondo degli shooter e una sfida molto seria a franchise che ogni anno si dividono le vendite all’interno del genere. Con meccaniche impeccabili, versatilità, freschezza, carisma, counterpicking costante, promessa effettiva di divertimento in squadra e un’accessibilità che garantisce che anche il giocatore meno dotato come i pro player ex di CS:GO possano godersi lo stesso gioco. Overwatch è partito alla grande. E ancora meglio, la sua comunità è enorme, con segni di permanenza tra i giochi più giocati per un periodo. I punti negativi possono essere corretti, quindi in vista di perpetuare Overwatch nel tempo che ha Blizzard e per evitare un nuovo Heroes of the Storm, più che probabilmente vedremo patch che finiranno con risolvere anche l’assenza della modalità storia che tanto il pubblico chiede. Il futuro ce lo dirà, ma a giorno d’oggi, nonostante le sue (poche) carenze, Overwatch è il gioco online di moda.
Overwatch
56,12 €Pro
- Meccaniche di squadra vitali per vincere
- Counterpicking e selezione dinamica dell'eroe
- Eroi completamente diversi con skillcap per tutti i profili
- Carisma e personalità degli eroi
- Pieno di piccoli omaggi, molto curato nei dettagli.
Contro
- Manca qualche modalità di gioco
- Ci vorrebbe una modalità storia