E’ aperto ora e durerà fino a maggio 2023.
La nuova mostra dell’Imperial War Museum di Londra vuole sfidare “la percezione di come i videogiochi interpretano le storie di guerra e di conflitto”.
Intitolata War Games: Conflitti reali | Mondi virtuali | Intrattenimento estremo, la mostra è in corso da oggi fino a maggio 2023 e cerca di “scavare in uno dei mezzi di narrazione più popolari di oggi e chiedere come la realtà della guerra è rappresentata nel mondo virtuale di un videogioco”.
“Con 12 diversi casi di studio, War Games invita i visitatori a interrogarsi sulla tensione che esiste tra il brivido e la tragedia della guerra in un gioco e le sue ripercussioni nel mondo reale”, si legge in un comunicato stampa.
“I comuni tropi di gioco, come i barili esplosivi e i fucili da cecchino, sono esposti accanto a oggetti da collezione come le protesi facciali sviluppate durante la Prima guerra mondiale. La mostra esplora anche il modo in cui la tecnologia dei videogiochi può essere utilizzata, e viene utilizzata, per contribuire a plasmare le guerre reali, presentando nuove acquisizioni, tra cui un controller Xbox 360 una volta utilizzato per azionare la telecamera di un veicolo aereo senza equipaggio in Afghanistan e in Iraq”.
Ci saranno “installazioni immersive, oggetti mai mostrati prima e punti di vista di esperti del settore”, oltre alla possibilità di vedere giochi come Sniper Elite 5, Call of Duty: Modern Warfare, This War of Mine e Bury Me, My Love, ed esplorare il modo in cui i diversi sviluppatori hanno rappresentato il conflitto.
Sabato 26 novembre 2022, l’IWM presenterà anche War Games Live, un “festival di mezza giornata che esplora il fenomeno dei videogiochi di guerra” condotto da Brenda e John Romero e Jordan Erica Webber. Sono previsti spettacoli dal vivo, conferenze e l’accesso alla mostra anche dopo l’orario di apertura.
Sponsorizzato da Rebellion, il festival prevede anche una zona dedicata ai giochi retrò e una Games Jam in collaborazione con l’Historical Games Network e il Games and Gaming Lab dell’Università di Glasgow.