Quando si parla di paura, cosa pensate possa incutere più paura: ciò che potete vedere, o l’invisibile? Horror fisico, o psicologico? Se la risposta che avete dato è la seconda, allora il titolo di cui vi sto per parlare merita la vostra completa attenzione: Enemy Zero. In questo titolo, secondo capitolo della trilogia di D, trovate pronti ad aspettarvi un’ambientazione futuristica per un horror particolare, che andrò ad illustrarvi.
LA TRAMA
Enemy Zero narra le vicende della navicella spaziale Aki dal punto di vista di uno dei membri dell’equipaggio: Laura Lewis. Proprio la stessa Laura, attrice digitale protagonista di D e D2, anche se in un personaggio diverso. Laura si trova in un sonno criogenico, mentre tutti i membri dell’equipaggio viaggiano diretti verso la Terra. Qualcosa però interrompe il loro sonno. Laura si risveglia confusa, e senza memoria del suo passato. Accende il suo videofono per contattare gli altri membri dell’equipaggio, e qui vi trova in linea Parker, uno dei suoi compagni, impegnato a tenere lontano dal suo alloggio qualcosa di non definito. Laura non fa in tempo a parlare con lui che questi viene sbranato da qualcosa di invisibile che riesce infine a far breccia. Laura si veste, sconvolta dall’accaduto, prende un’arma, e si muove alla ricerca dei suoi compagni, e di risposte.
IL GAMEPLAY
Ciò che spicca subito all’occhio in Enemy Zero, al primo approccio, è l’aspetto del gioco, dal sapore di avventura grafica, con vari elementi in comune con questo genere, tra cui la risoluzione di puzzles e la visuale in prima persona. Ma appena usciti dalla stanza iniziale, scoprirete di più: vi troverete davanti un tipo diverso di gameplay, che sa molto di Doom, con dei corridoi bui, stretti, ed angusti, e con elementi in comune anche con il mondo degli FPS. Non parlo di un ibrido, attenzione, parlo di due modalità di gioco ben distinte: una puramente esplorativa, ed una FPS, per quanto sia più appropriato parlare di Stealth, o di Survival Horror.
Questo particolare tipo di gameplay vi viene illustrato, e spiegato, abbondantemente nel tutorial del gioco, tanto grande da occupare un disco [Enemy Zero possiede 4 dischi, uno dei quali contiene il tutorial e l’FMV (Full Motion Video, negli anni ’90 andavano di moda) iniziale, e 3 di gioco], molto efficace ed indispensabile se si vuole sopravvivere contro dei nemici invisibili. L’unico modo per determinare la posizione degli avversari è affidarsi ad un avviso sonoro, che cambia tonalità, intensità, e frequenza tanto più il nemico è vicino. Una volta determinato a grosse linee dove si trova il vostro nemico, dovrete aspettare che esso si avvicini, e caricare il colpo con la vostra pistola ad energia. Un ruggito vi avviserà che è il momento perfetto per sparare, se sarete stati bravi nel percepire il nemico, e avrete caricato a sufficienza il colpo, allora il mostro si materializzerà, crepando ai vostri piedi, altrimenti Game Over per voi, nessuna seconda chance. Pertanto dovrete sfruttare abbondantemente il tutorial, onde prevenire tante morti.
Già dalla difficoltà dell’affrontare gli avversari dedurrete quanto sia importante, e consigliato, evitare i nemici piuttosto che fronteggiarli. Senza contare che molte volte, nel corso del gioco, sarete disarmati. Ma anche se foste armati, quasi pistola possiede davvero pochissimi colpi nel caricatore, e quando li avrete finiti dovrete sempre andare a ricaricarla in una delle stazioni di energia, sparse qua e là nella nave. Volete un altro motivo per non affrontare i nemici? Salvataggi limitati. Si, salvataggi limitati. Mi spiego: per essere più realistico e ansioso possibile, Enemy Zero vi consente di salvare i dati tramite un registratore vocale con una batteria interna, che perde un po’ della sua carica ad ogni suo utilizzo. Inizierete con la batteria piena, con una carica segnata da un valore numerico: ad ogni salvataggio perderete 4 punti di carica, e ad ogni caricamento della partita ne perderete altri 2. Capirete che, se non volete trovarvi una brutta sorpresa prima della fine, sarete costretti a limitare i Game Over, fare meno salvataggi possibili, e cercare di fare tutto il possibile in una volta. Benché il gioco sia in 3 dischi, per fortuna in questo caso, la durata non è lunga, per via dell’abbondanza di video in FMV che consumano molto spazio sui CD, e l’utilizzo di un comparto grafico di spessore per un gioco del Saturn.
Le due fasi di gioco citate in precedenza sono ben distinte nel corso della partita. Quando entrate in una stanza, solitamente vi trovate in modalità esplorativa. Se avete già giocato a certe avventure grafiche anni ’90, allora sarete abituati a questo sistema con visuale in prima persona, dove vi spostate da una parte all’altra della stanza con la pressione di una freccia, interagire con quella parte con il tasto d’azione, e possedete un inventario dal quale potete salvare la partita in qualsiasi momento. Va ammesso, la fase esplorativa è piuttosto lenta, ed a volte può essere frustante, ma in fin dei conti ha il suo senso, essendo il gioco di per sé lento ed ansiolitico, come ogni film horror che si rispetti, dove i movimenti sono al rallenty, fino a raggiungere lo shock che vi sorprende, con immagini assai macabre di corpi smembrati. Si, Enemy Zero non si risparmia con la violenza e le scene cruente, che evito di descrivervi per non rovinarvi la sorpresa.
Usciti dalla fase esplorativa, il gameplay cambia drasticamente. Potete correre, il movimento è libero, e al posto dell’inventario potete usare liberamente la pistola, se ne avete una al momento. L’effetto è lo stesso che proviene dalla fase esplorativo, ma amplificato. Il beep che lentamente sale d’intensità, il tentativo di fuga, il battito che accelera, l’errore di aver sbagliato direzione, in quel corridoio così stretto, e poi l’attimo prima della morte. Enemy Zero riesce a creare un’atmosfera di paura unica, che nessun altro gioco riesce a ricreare. Non nel senso che Enemy Zero sia il miglior spaventatore nel suo campo, ma nel senso che ciò che proverete durante una partita di Enemy Zero è unico. Ogni mossa dev’essere studiata lentamente, ogni rumore captato, e POI, dopo un’accurato ripasso della situazione, si può scegliere la strategia. Combattere e rischiare, o trovare una via di fuga? Una scelta può fare la differenza in questo titolo.
COMPARTO TECNICO
Ora veniamo alla parte tecnica dell’offerta. Tutta questa esperienza di gioco tenebrosa viene resa in modo spettacolare con una grafica al top per il Sega Saturn, mostrando le sue potenzialità in un ambiente cupo, che sa incutere il giusto timore anche senza nemici, claustrofobico, ben realizzato, e in tre dimensioni, tallone d’Achille della console! Troviamo anche, a farci da compagnia musicale, una colonna sonora magistrale realizzata da Michael Nyman, famoso musicista, e una caratterizzazione dei personaggi molto profonda, con rapporti umani che sorprendono e coinvolgono a pieno nella storia, davvero ben studiata, che ha saputo fare suo lo spirito spaventoso di un capolavoro quale Alien portandosi a un livello narrativo pari a questo, e ricca di colpi di scena. Inoltre le animazioni sono davvero ottime. Perché ve le cito? Perché è grazie all’animatore di Enemy Zero, Fumito Ueda, che Ico e Shadow of the Colossus hanno visto la luce su Playstation 2. Ma non è solo questa la curiosità di oggi, ho pronto un altro piccolo trivia per voi, ma prima: il verdetto.
IL VERDETTO
In conclusione, Enemy Zero è un gioco unico. Non è solo uno Stealth, non è solo un Survival Horror, Enemy Zero è un genere a sé, che mescola sapientemente tutto questo, regalando un’esperienza da vero film horror. La sua lentezza, anche se voluta, non è per tutti, ma io consiglio a chiunque di non perdersi quest’esperienza, specialmente per chi cerca un horror che sappia davvero cosa ci vuole per spaventare una persona, e per chi cerca quelle perle che si possano definire “storia”.
CURIOSITÀ
LO SAPEVI CHE Enemy Zero inizialmente era stato programmato per essere un’esclusiva Sony? Ma Kenji Eno, direttore dello studio sviluppatore WARP, non accettò il fatto che Sony non fosse riuscita a raccogliere neanche un terzo dei preordini previsti per D. E per ripicca, all’E3 dove fu presentato Enemy Zero, alla fine del trailer di presentazione fece capolino un logo Playstation che si tramutò in quello del Sega Saturn, annunciando pubblicamente il passaggio allo sviluppo del titolo come esclusiva SEGA. Ad oggi,questo è stato il gesto più eclatante mai fatto nella storia dell’E3.