La notorietà del gioco oggi conosciuto come Bingo inizia molto probabilmente in Italia, attorno al 1530, sotto le mentite spoglie de “Il Giuoco del Lotto d’Italia”: una lotteria a estrazione simile a quelle attuali. Nel 1800 circa, in Francia, il Bingo cambia parzialmente format e si arricchisce di cartelle e gettoni, assumendo le dinamiche tipiche della tombola odierna. Da notare che già qualche anno prima, nel 1778, sempre in Francia, era comparsa per la prima volta un passatempo chiamato “Le Lotto”, con una cartella organizzata in tre file, nove colonne e combinazioni di novanta numeri. Prove tecniche di trasmissione, avremmo detto una volta. La sua variante culturale si concretizza invece in Germania nel diciannovesimo secolo: secondo la tradizione alemanna un passatempo simile, il Beano, viene utilizzato per insegnare sillabe e tabelline ai più piccoli. Il nome sembra essere un derivato del sostantivo anglosassone “bean”, ossia fagiolo.
Dal vecchio al nuovo continente il passo è breve. Il gioco emigra in Pittsburgh e Pennsylvania, in cui nasce il prototipo ludico da presentare alle fiere di settore per la successiva commercializzazione. Tutto merito di Hugh J. Ward e, successivamente, di Edwin Lowe, venditore di giocattoli di Atlanta che ne intuisce tutto il potenziale. Lowe introduce il gioco nei circoli di New York e soprattutto ai suoi amici, che ne modificano il nome: il vecchio Beano diventa Bingo per un difetto di pronuncia. Resterà inalterato fino ai giorni nostri. Negli anni ‘40 gli USA assistono poi all’ascesa inarrestabile del gioco, che nei ‘50 diventa addirittura protagonista nelle sale cinematografiche, tutto da giocare durante l’intervallo tra un film e l’altro. Nel complesso, dagli albori ad oggi, la meccanica del Bingo è rimasta inalterata e la chiave del successo è tutta racchiusa nella sua semplicità: la cosiddetta chiamata dei numeri.
Nonostante l’albero genealogico del Bingo sia abbastanza tracciato, al netto di piccole e prevedibili imprecisioni storiche che non possono mancare quando si cerca di ricostruire l’evoluzione di giochi secolari, il Bingo potrebbe essere persino l’alter ego del Kino, un passatempo cinese di almeno 2.000 anni fa, nato sotto il nome di Baige piao o Pai-ko p’iao (biglietto del piccione bianco). Dal III secolo a.C. in Cina, nella maggior parte delle province del paese esistevano numerosi giochi di Baige piao esistevano, organizzati da una o più case da gioco previa autorizzazione del governatore della provincia, che a sua volta incassava una parte dei profitti. Appare piuttosto difficile risalire con certezza alla maternità geografica legata alla nascita del Bingo o del Keno. È più probabile che ognuno creda alla storia che preferisce credere.
Al giorno d’oggi, nell’immaginario collettivo di giocatori e non, rimane una sostanziale differenza tra Bingo e Tombola, pur accomunati dalla dinamica della chiamata. Il Bingo è sinonimo di sale terrestri o piattaforme online di gioco. La Tombola resta invece legata alla sfera della tradizione e delle feste, con una valenza sul piano simbolico legata all’aggregazione in famiglia e al piacere di divertirsi in compagnia. Le ultime frontiere in termini di sviluppo digitale hanno poi enormemente contribuito alla crescita del gioco online, destagionalizzando il mercato e aprendo le porte al Bingo in ogni periodo dell’anno e ad ogni tipo di giocatore. Spuntano così versioni classiche, varianti e bonus promozionali.
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Non resta che affidarsi alla fortuna e sperare di avere sulla propria cartella uno dei novanta numeri previsti dal gioco. Perché proprio novanta? Anche qui c’è una ragione storica, ovviamente…
