I giochi non sono mai stati così diversi, ma questo si riflette raramente nelle liste dei giochi dell’anno. Come mai?
È quel periodo dell’anno in cui ogni pubblicazione di giochi pubblica le sue liste migliori dell’anno e i Game Awards in cima al calendario incombono. Non è certo un fenomeno unico per i giochi; ogni sezione di cultura del grande giornale è impegnata a ricapitolare e classificare libri e programmi TV in questo momento (sebbene i premi siano diversi: l’industria cinematografica, per esempio, fila la sua stagione di premi laboriosa e intensamente politica fino all’anno successivo).
Personalmente, lo adoro. Mi diverto in modo superficiale l’argomento, la speculazione e il posizionamento che accompagnano la classificazione delle cose e la selezione dei vincitori, per quanto spuri possano essere i criteri e i confronti – certo che lo faccio, sono solo umano. Ma quello che amo davvero è il processo più importante e utile che sta dietro: fare il punto, unire i puntini, trovare le tendenze, celebrare la grande abilità artistica. Mettere in pausa la marcia incessante verso la prossima cosa per prendersi un momento per godersi ciò che abbiamo avuto.