Ormai è qualche anno che FIFA domina per quanto riguarda i giochi calcistici, e quest’anno PES 2015, forte dei premi all’E3, crede di essere in grado di competere. Sarà così? O Konami dovrà di nuovo fare i conti con il ruolo di secondo?
Addio al Nessun Dorma e al Guantanamera dell’anno scorso. Quest’anno, la prima impressione che ci da PES 2015 appena comincia è buona. La colonna sonora è stata aggiornata con gruppi moderni e di un certo blasone. Il design dei menù, fino ad un certo punto personalizzabili, si lascia indietro l’apparenza di gioco da poco che dava lo scorso Pro Evolution Soccer, un’icona ci rivela che quest’anno ci sono aggiornamenti delle rose in diretta ed i primi piano dei giocatori che appaiono nei menù mostrano la miglior faccia del motore FOX Engine nella nuova generazione di console. Sembra proprio che quest’anno PES 2015 sia all’altezza delle migliori produzioni. Ma, sfortunatamente, quando saltiamo sul campo la sensazione è ben diversa…
La prima cosa che salta all’occhio è che il salto grafico non è positivo quanto ci si aspettava. Nella versione anteriore abbiamo visto certi dettagli come la fisica delle magliette in stile 2K, o l’illuminazione che faceva pensare ad un salto spettacolare nella nuova generazione di console. Ma, sorprendentemente, non è stato così. La fisica delle magliette è andata persa, l’illuminazione non è così strabiliante come prima e il prato manca di volume in alcune delle inquadrature. Anche se gira a 1080p e 60fps, PES 2015 ci fa ritornare alla sensazione di gioco vecchio, ma questa volta in campo.
Con la palla al piede la questione cambia un po’. Pro Evolution Soccer 2015 contiene tutto ciò che il suo predecessore ha fatto di buono e lo pulisce dalle imperfezioni. Ormai è cosa rara vedere giocatori fermi mente la palla gli passa davanti o portieri che sembrano schivare la palla anziché pararla. Quest’anno PES dà l’idea di un gioco più solido, diversamente dai rivali, con un altro ritmo e un altro modo di vedere il calcio, ma che joypad alla mano trasmette la sensazione di avere le idee molto chiare.
Anche se rimane sempre un po’ più complicato del necessario nel realizzare alcune azioni semplici, ha semplificato alcuni controlli, come per esempio l’osteggiare con il corpo del difensore che ora fa in automatico il giocatore, senza dover muovere lo stick destro.
Questo aiuta a fare in modo che il ritmo delle partite sia pausato e la chiave sia nel non precipitarsi e aspettare il momenti opportuno per effettuare il passaggio da gol o fare il cambio ritmo preciso. Le animazioni sono aumentate in quantità e qualità, ma manca ancora un punto di fluidità tra alcune di loro per far si che tutto sia più organico e naturale. Continua un po’ a dare l’impressione di star realizzando movimenti quasi non relazionati tra loro, che finisce col diventare quasi un bim bum bam davanti al difensore più che un duello di intuito e riflessi. Stesso discorso per le animazioni dei tiri, scarse e quasi indipendenti dal pressing dell’avversario che da poca impressione di contatto e di potenza.
PES 2015 sembra aver puntato sul giocatore più hardcore, per questo molte delle decisioni prese hanno un senso per i più esigenti, sperimentati o competitivi, quelli che non hanno timore di giocare ore e ore prima di cominciare a dominare il ritmo del gioco ed il controllo totale della palla. Il bello è che dietro quel labirinto di controlli, di quell’infame linea di puntini per i lanci a palla ferma, del ritmo lento e tutte quelle opzioni tattiche che possiamo cambiare nel mezzo della partita, c’è un gioco completo e sicuro di sé pronto a dare tutto a quel giocatore hardcore.
Non poteva essere diversamente, Konami doveva escogitare qualcosa contro quel gigante di nome Ultimate Team. PES 2015 continua ad avere tutti i tipi di gioco di sempre: Campionati individuali di ogni paese a cui sono state aggiunte le serie B, la Champions League, la Europa League e altri campionati continentali, il modo Leggenda per giocare con un solo giocatore e il classico Campionato Master, che non ha nessuna novità rilevante. Ma la ciliegina sulla torta di PES 2015 è la nuova modalità My Club.
Per farvi un’idea, My Club è un miscuglio tra il Campionato Master Online e Ultimate Team. Con l’obiettivo di creare la nostra rosa ideale dobbiamo vincere partite online e offline in modo da guadagnare monete e investirle in migliori giocatori o manager.
Le differenze con Ultimate Team sono poche: My Club ha un sistema di chimica tra giocatori simile, ma un po’ più complesso (Ma va?) a quello di FUT ci costringe a spendere parte delle nostre risorse nei contratti dei giocatori, sostituisce i pacchetti di figurine coi rappresentanti che, a seconda della qualità, avranno maggiori o minori possibilità di arrivare ad accordi con migliori giocatori. Insomma, come i pacchetti oro, argento o bronzo, ci sono due tipi di monete che possiamo guadagnare vincendo partire e scalando le varie divisioni (come in FIFA) e vincendo campionati o per via delle micro transazioni.
Il tutto puzza di FUT e anziché risolvere i problemi o le lamentele dei giocatori di FUT, PES 2015 le peggiora. Da una parte non c’è alcun tipo di commercio tra giocatori, niente mercato. L’unico modo di ottenere giocatori è per mezzo dei rappresentanti e poi, se li vogliamo vendere, il gioco ci darà una quantità già decida, e irrisoria, per i giocatori che ci avanzano poiché, tanto per migliorare le cose, abbiamo un limite di giocatori in squadra.
Inoltre, la complessità innecessaria arriva all’estremo di permettere dolo un tipo di formazione per ogni allenatore che abbiamo per cui, almeno all’inizio, semplicemente cambiare il sistema di gioco può diventare un’impresa. Però in PES 2015 ottenere giocatori del più alto livello non è così complicato e non otteniamo monete solo in questa modalità di gioco, anzi, se per esempio completiamo i nuovi allenamenti individuali di abilità otterremo monete, il che dà un po’ d’interesse a questa modalità di gioco.
Ci abbiamo provato, non abbiamo mai disdegnato i PES, e ogni anno speriamo che venga lanciata una versione sempre migliore del gioco. Abbiamo aperto la mente ad un nuovo modo di giocare ai giochi di calcio, abbiamo tralasciato un po’ il compartimento grafico. Abbiamo persino cercato di dimenticare che esiste FIFA 15, ma PES 2015 è sempre troppo lontano da ciò che ci si aspetta da un gioco di calcio nel 2014. Non parliamo delle licenze (continuano a non esserci i campionati inglesi originali o il campionato tedesco) o di quantità, parliamo di qualità, PES 2015 continua ad essere carente di fluidità che è totalmente necessaria su qualsiasi gioco sportivo, e più che continuare sulla via segnata dall’edizione del 2014 si è limitato a pulire la grande quantità di bug presenti che hanno sporcato ciò che poteva essere ma non è stato.
Vuoi invece conoscere tutti i trofei e sbloccabili per PES? Allora consulta la nostra guida!
evidentemente hanno preso un fifaro e gli hanno fatto recensire pes
Non credo che FIFA meriti un voto molto diverso…
concordo pienamente la recensione di costui è veramente scandalosa,quest’anno pes supera fifa abbastanza largamente
il voto reale di pes è 9 quello di fifa 7,5
Ciao potete dirmi come mai giocando online quando passo o tiro non è immediato come giocando contro il com? Si allunga la palla e fa tre passi in più
Grazie
Probabilmente è colpa della lag